Werner Herzog
Biografia • Nuovo cinema tedesco
Werner Herzog, il cui vero nome è Werner Stipetić, nasce il 5 settembre del 1942 a Monaco di Baviera, figlio di Dietrich ed Elisabeth, entrambi biologi. Abbandonato dal padre a pochi anni mentre è in corso la Seconda Guerra Mondiale, si trasferisce con la madre da Monaco a Sachrang, un piccolo villaggio sui monti non lontano dall'Austria.
Qui cresce a contatto con la natura, lontano dalla televisione, dalla radio e dal cinema. È a soli undici anni che vede per la prima volta un film: un documentario sugli eschimesi proiettato a scuola.
A dodici anni Werner torna con la madre a Monaco; dopo avere vissuto in una pensione con Klaus Kinski, si avvicina alla religione e a quattordici anni si converte al cattolicesimo, entrando in conflitto con la famiglia, atea. A quindici anni intraprende un viaggio a piedi fino all'Albania; nello stesso periodo, comincia a sviluppare la passione per il cinema.
I primi lavori cinematografici
Per finanziare i suoi primi film, quindi, inizia a lavorare già mentre frequenta la scuola superiore, con impieghi notturni come custode di parcheggi o saldatore. Nel 1962, a venti anni, riesce a realizzare "Ercole", il suo primo cortometraggio, mentre l'anno successivo dà vita alla Werner Herzog Filmproduktion, la sua casa di produzione, che inizialmente ha risorse e mezzi molto limitati.
Dopo le scuole superiori si iscrive all'Università di Monaco, studiando teatro, letteratura e storia. Dopo avere vinto 10mila marchi come premio per una sceneggiatura ("Segni di vita"), gira "La difesa esemplare della fortezza di Deutschkreutz", per poi ottenere una borsa di studio per un'università della Pennsylvania, la Duquesne University di Pittsburgh, che però decide di lasciare dopo pochissimo tempo.
Negli USA, in Messico e il ritorno in Germania
Dopo essere stato coinvolto in un progetto per un film destinato alla Nasa e avere addirittura vissuto da senzatetto a New York, si reca in Messico, dove si guadagna da vivere in maniera illegale, trasportando merci al confine con gli Stati Uniti, e nel frattempo impara lo spagnolo.
Nel 1967 torna in Germania: si sposa con Martje Grohmann e, forte dell'aiuto economico del German Film Institute, riesce finalmente a girare "Segni di vita". La pellicola, realizzata in Grecia, è in concorso al Festival di Berlino, aggiudicandosi l'Orso d'Argento, e viene premiata ai Deutscher Fimpreis.
Alla fine del 1968 Werner Herzog si reca con una troupe in Africa, rimanendovi quasi un anno: pur ammalatosi di malaria, raccoglie il materiale per un documentario televisivo, intitolato "I medici volanti dell'Africa orientale", e per il film "Anche i nani hanno cominciato da piccoli".
Gli anni '70
Nel 1971 egli si dedica a "Paese del silenzio e dell'oscurità", documentario con protagoniste persone sordocieche, e in seguito a "Futuro impedito", che ha come tema sempre soggetti con handicap fisici.
Spostatosi in Perù con Klaus Kinski per realizzare un film incentrato sulla ricerca dell'El Dorado, si scontra più volte con l'attore, arrivando perfino a minacciarlo di morte: ne seguirà, comunque, la pellicola "Aguirre, furore di Dio", che otterrà un riscontro tiepido da parte del pubblico.
Nel 1973 Werner Herzog diventa padre di Rudolph, il suo primo figlio, e si dedica al documentario "La grande estasi dell'intagliatore Steiner", con protagonista il saltatore con gli sci Walter Steiner.
In seguito, realizza "L'enigma di Kaspar Hauser" e "Cuore di vetro", per il quale ipnotizza personalmente tutto il cast, facendo recitare gli attori in stato di trance. Nell'estate del 1976 si reca in Guadalupa per riprendere le immagini di un vulcano in procinto di distruggere un'isola: immagini che vengono usate per la pellicola "La Soufrière".
Successivamente, il regista gira "La ballata di Stroszek", con riprese tra la Germania e gli Stati Uniti. Al 1978 risale "Nosferatu, il principe della notte", mentre di un anno più tardi è "Woyzeck": in entrambi, il protagonista è Klaus Kinski. Nel frattempo, Herzog ha una relazione con Eva Mattes, attrice in "Woyzeck", che gli dà anche una figlia, Hanna, nata nel 1980.
Gli anni '80
Nello stesso periodo, lavora al film "Fitzcarraldo", per il cui completamento ci vogliono più di due anni: la pellicola viene presentata al Festival di Cannes del 1982, vincendo il premio per la miglior regia. Da quel momento in poi, la produzione del regista tedesco, sin lì molto prolifica, subisce un notevole rallentamento.
Negli anni Ottanta Herzog dirige solo altri due film, "Dove sognano le formiche verdi" e "Cobra verde", oltre al cortometraggio "Werner Herzog cineasta" e ai documentari televisivi "La ballata del piccolo soldato" e "Wodaabe - I pastori del sole".
Gli anni '90
Nel 1990 torna dietro la macchina da presa per "Echi da un regno oscuro", ripetendosi l'anno successivo con "Grido di pietra" (che vede nel cast anche Vittorio Mezzogiorno): si tratta del primo film da lui diretto senza essere stato l'autore della sceneggiatura.
Nel 1992 Werner Herzog si dirige in Kuwait per testimoniare la prima guerra del Golfo con immagini che saranno poi inserite nel documentario "Apocalisse nel deserto". Dopo "Rintocchi dal profondo", del 1993, e "Gesualdo - Morte per cinque voci", del 1995, Herzog dirige il documentario "Kinski, il mio nemico più caro".
Gli anni 2000
Nel 2001, dopo essersi trasferito a Los Angeles, con "Invincibile" torna alla fiction, per poi dedicarsi ai documentari "Kalachakra, la ruota del tempo" e "Il diamante bianco".
Nel 2010 viene chiamato a presiedere la giuria del Festival di Berlino che assegna la vittoria a Roman Polanski per "L'uomo nell'ombra", e gira il documentario in 3D "Forgotten dreams". Nel 2012 recita nel film "Jack Reacher - La prova decisiva" (di Christopher McQuarrie, con Tom Cruise). Nel 2013 riceve il Pardo d'Onore al Festival di Locarno.
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