Luciano Spalletti
Biografia
Luciano Spalletti nasce a Certaldo (Firenze) il 7 marzo 1959.
Ex calciatore, centrocampista, ha giocato nelle squadre delle città di La Spezia (1986-1990), Viareggio (1990-1991) ed Empoli (1991-1993).
La carriera di allenatore
Terminata la carriera in campo ha subito iniziato a lavorare come allenatore, prendendo in mano le redini della squadra per cui giocava, l'Empoli, dal 1993 e fino al 1998
Come tecnico ha poi allenato Sampdoria (1998-1999), Venezia (1999-2000), Udinese (2000-2001 e 2002-2005), Ancona (2001-2002) e dal 2005 la Roma.
Con la Roma ha vinto 2 Coppa Italia (2006/2007 e 2007/2008) e una Supercoppa italiana (2007), tutte contro l'Inter di Roberto Mancini.
All'inizio del mese di settembre 2009 lascia la panchina della Roma.
Luciano Spalletti negli anni 2010 e 2020
Dopo la Roma viene ingaggiato da una squadra russa, lo Zenit San Pietroburgo. Nel suo periodo in Russia Spalletti si qualifica per due volte agli ottavi di Champions League, eliminando in entrambi i casi il Porto. Rimane sulla panchina dello Zenit fino al 2015.
All'inizio del 2016 viene ufficializzato il suo ritorno alla Roma. Lascia nuovamente la panchina giallorossa alla fine del campionato 2016/2017, dopo aver terminato al secondo posto il campionato, ed aver conquistato il record di punti e di reti segnate in una singola stagione. A giugno viene reso noto che la sua nuova squadra sarà l'Inter.
Rimane con la squadra milanese fino al 2019.
Dopo un anno di pausa, in corrispondenza anche della pandemia da Covid-19, nel 2021 diventa il nuovo allenatore del Napoli. Conclude la prima stagione azzurra al 3° posto in campionato: Spalletti riporta così il Napoli in Champions League dopo due anni.
Nel maggio del 2023, con alcune giornate di anticipo, porta il Napoli a vincere lo scudetto dopo 33 anni. Dopo poche settimane, nel mese di agosto, e in seguito alle dimissioni di Roberto Mancini, Spalletti viene nominato nuovo c.t. della nazionale italiana di calcio.
Frasi di Luciano Spalletti
Foto e immagini di Luciano Spalletti
Commenti
Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Luciano Spalletti. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Luciano Spalletti.
Signor Spalletti, mi fa molto piacere aver seguito i suoi successi, essendo io di Ancona, una città che non le ha reso quello che lei merativa. Ora mi permetto di suggerirle un giocatore di cui si parla pochissimo ma che ha delle ottime qualitò, oltretutto ha 21 ann: Matteo Ruggeri che gioca con l'Atalanta. Lo segua perché merita la sua attenzione. La saluto con ammirazione
Come posso fare per avere l'email di Luciano Spalletti e inviarci una lettera scritta da mio figlio di anni 10 tifosissimo del napoli
Salve, sono un ragazzo di 23 anni super tifoso del Napoli, Abito nella provincia nord di Napoli.
Come ben sapete la nostra è una zona dove per noi ragazzi l’attività lavorativa è ardua se non con un compromesso. Sono stato titubante nel mandare quest’email e forse non verrà mai risposta ma ci voglio provare.
Mi vorrei candidare a qualunque figura all’interno del vostro staff per riuscire a unire due cose che per me sono di vitale importanza.
Essendo la “nostra”una società molto attenta alla crescita del brand e del nome, mi viene solo da pensare che questo sia un ulteriore occasione di crescita sui questi aspetti e in più avrete un membro disposto al dare il 100% per voi.
Aspetto vostre.
"Certi amori non finiscono... "
Buongiorno mister, sono stato sin dalla prima esperienza romanista un tuo estimatore e non ho di certo cambiato idea per la storia di Totti. Chi capisce di calcio sa che il capitano era ad un bivio, non correva più ed era mal sopportato da quasi tutta la squadra, avrebbe dovuto smettere già l'anno prima e dispiace che tutta la colpa del suo egocentrismo e del suo fanatismo sia ricaduta sulla sua persona. Non dia retta ai rischi di 4 scemi presenti allo stadio, ho sentito molti tifosi più svegli e senza il prosciutto sugli occhi che la pensano esattamente come me e nutrono grande rispetto per lo Spalletti che ci ha fatto vincere una Supercoppa Italiana e 2 coppe Italia e quello del record di 87 punti nella stagione 2016/2017. I tifosi veri a Roma avranno sempre un buon ricordo di lei e se volesse tornare di nuovo, verrà accolto. a braccia aperte.
E vincilo sto scudetto, Spallettone
Caro Luciano. Ti ringrazio per le bellissime emozioni che mi hai regalato quando allenavi a Roma. Hai fatto letteralmente miracoli con seconde linee, per larga parte, quelle che adesso l'allenatore che muove tanti cuori attorno al Colosseo manderebbe di buon grado in tribuna. Facesti il campionato che sta facendo Titulo a mercato bloccato, con i vari Nonda e compagnia. Te lo auguro di cuore. Hai trovato la squadra veramente forte, e loro hanno trovato un allenatore veramente forte. Poi, Napoli e' simpatica. Siccome questi commenti vengono visti pubblicamente: signori, rispettiamo le persone. Se vi siete convertiti al Tottenianesimo va bene, ma almeno ragionate. Mai con nessun allenatore altri che Spalletti Totti ha vinto la scarpa d'oro. Quindi, Spalletti a Totti ha dato, non ha sottratto. Poi, certo, se vogliamo parlare di vecchie glorie, allora io voglio in campo una bella sfilza di giocatori. Pero' cosi' facciamo una squadra di vecchie glorie...
Bravo bravo bravo
Gentilissimo Dott. Luciano che le scrive è un tifosissimo del Napoli, le faccio tanti complimenti per essere arrivato fin qui a punteggio pieno, le esprimo la mia solidarietà contro le malelingue dei tifosi di altre squadre.
Ma le raccomando di non abbassare mai la guardia neanche con piccole squadre che sulla carta sembrano essere perdenti.
Quanto a Insigne gli dica di non farsi prendere dall'emozione quando tira i calci di rigore, anzi dovrà farlo allenare soprattutto in tal senso, perchè vedo che di rigori ne ha sbagliati anche troppi, a lui il monito di non sbagliare più.
Solo così sarà possibile ambire a concreti risultati e si potrà incominciare a parlare di scudetto, volesse il cielo, sarà una boccata di ossigeno per l'economia Napoletana, con le poche fabbriche che chiudono e che ormai è ridotta al lumicino.
MI raccomando contnui così arrivando a fine campionato a punteggio pieno così che le iene di Milan e Juve e Inter non possano più nuocere.
PASQUALE
Lei è la persona più disgustosa del mondo del calcio. Le ricordo che c’è “un solo Capitano”. Buffone
Gentile Spalletti, a mio avviso Di Lorenzo deve giocare "sempre" a destra. Lo stesso errore l'ha fatto in Nazionale.
Cordiali saluti
Francesco Spinosa
Egregio Sig. Spalletti,
Le scrivo per sottoporre alla Sua cortese attenzione, da maestro qual é, che a mio modesto parere il Napoli potrebbe schierarsi, con l'undici attuale, alla identica maniera dell' Olanda vice campione del mondo 74, così formata:
1 JONGBLOED
2 SUURBIER 5 HAAN 5 RIJSBERGEN 3 KROL
8 NEESKENS 10 VAN HANEGEM 6 JANSEN
7 REP 9 CRUIJFF 11 RENSENBRINK
ed il Napoli, così schierato:
1 meret
2 malcuit 4 di lorenzo 5 koulibalj 3 luperto
8 elmas 10 fabian 6 lobotka
7 osimhen 9 zielinski 11 insigne
CCosa ne pensa ?
Saluti
Graziano Mauro
Buonasera. Vi scrivo perché tra pochi giorni la mia migliore amica, super tifosa del Napoli, festeggerà i suoi 18 anni. Credo che le farebbe davvero piacere se qualche giocatore le facesse gli auguri tramite un video. Spero che leggerete questo messaggio.
Contatto per La squadra Ferecsvaros di Budapest
Chiedo un contatto per il procuratore dell' allenatore Spalletti su richiesta di Sandor Varga, manager FIFA, della societa calcistica Ferencsvaros
Salve! chi è il procuratore di mister Luciano Spalletti? Grazie!
Buongiorno Luciano,
sto per chiederle un favore assurdo, lo so.
E la capirò se mi dirà che sono fastidiosa.
Mio figlio, Tommaso, è un suo scatenatissimo fan.
Lui è il mio grande amore (tutte noi mamme diciamo così, ma Tommaso è veramente speciale). .. e ogni santo benedetto giorno mi manda foto e citazioni del "vate Luciano".
È un calciatore, uno sportivo, un combattente... si è fatto stampare una maglietta con la scritta "uomini forti destini forti" e l'ha usata ogni volta che doveva fare un esame.
Ora... il 22 luglio si laureerà in ingegneria biomedica a Padova.
Quando gli chiedo che regalo vuole mi risponde inevitabilmente "vorrei che Luciano fosse presente alla mia laurea".
La nostra bella, numerosa e rumorosa famiglia lo prende in giro e gli ripete che Spalletti non si occupa dei laureandi.
E io mi sono detta... perché non chiedere?
A volte anche i desideri più strani si avverano.
Chiedo troppo?
La saluto e la ringrazio.
Sandra Stevan mamma di Tommaso
Naturalmente sosterrò le spese necessarie per realizzare questo sogno di mio figlio!
Sentite condoglianze o
Ma per quale motivo giocatori come lautaro Keita o altri li mette in campo spesso a 10/15 minuti dal novantesimo. Se un allenatore vuole vincere bisogna inserire prima certi giocatori altrimenti non ne vale la pena e anche il giocatore stesso alla lunga inizia a soffrire e perde autostima. Spalletti secondo me con questi atteggiamenti non sarà mai un vincente... un bravo allenatore sì ma mai vincente... bisogna azzardare di più.
Ho sognato una favola. Il monologo di Spalletti. Conferenza stampa inventata ai tempi della prima Roma di Spalletti.
(Rivolto ai giornalisti).
“Credetemi, io capisco che voi abbiate criteri di orientamento saldamente ancorati a certi modi di funzionare del mondo del calcio, ma davvero per me non è così.”
Luciano Spalletti, più del solito simile ad un pulcino implume, cerca di fronteggiare timidamente la folla di giornalisti presenti alla conferenza stampa indetta dopo settimane e settimane in cui la Roma ha stupito e fatto parlare di sé per il suo gioco spumeggiante e per la sua allegria.
“Non è vero che il mio obiettivo è quello di allenare il Real Madrid o il Milan e di guadagnare quanti più miliardi è possibile. Certo, anche questo può divenire inevitabile e alla fine non sarebbe neanche da buttare via, ci mancherebbe altro. Ma proprio perché non si può avere tutto dalla vita e bisogna anche accontentarsi. Però non è quello che mi interessa più di ogni altra cosa. Se vogliamo, almeno in parte, sto già bene ora nella Roma, perché stanno accadendo alcune cose che rispondono molto alle mie esigenze ed è più facile che, ad esempio, i ragazzi in campo si divertano e si diano le botte in testa quando segnano come se fossero al liceo. E' così tutta la settimana. A tratti, non sempre naturalmente, sembra scomparire da loro persino quell’aria da divi e quella spocchia che tante volte i calciatori affermati, anche per difendersi, assumono. Io non so se mi stia capitando di vivere una circostanza fortunata dove un po’ tutti diventiamo creativi perché ci attraversa, senza capirlo fino in fondo, qualcosa di speciale. La curva sud si inventa il po-po-popò che poi fa il giro del mondo e diventa l’inno di gioia di ogni stadio; abbiamo al vertice della società una giovane donna che con il suo sorriso lascia meno spazio alle abituali rudezze di questo nostro mondo; siamo privi di attaccanti e ci inventiamo un gioco dove tutti vanno negli spazi e la squadra diventa una macchina imprevedibile e divertente nella quale tutti fanno goal. Viene quasi da pensare che forse tutte le certezze sulle quali fino ad oggi abbiamo costruito squadre di calcio, compresi i miliardi per acquistare i giocatori migliori e gli alti stipendi, non siano più incontrovertibili. Volete un esempio? Io ci credo che Mexes e Chivu non abbiano al centro dei propri pensieri quello di andare a giocare al Real Madrid o al Barcellona. Ci credo perché li conosco e capisco che hanno voglia di giocare, di divertirsi, e di stare in un clima di amicizia dove sia possibile, comunque, in qualche modo, anche vincere e guadagnare bene. Non è detto, dunque, che percepire un miliardo in più all’anno sia l’unico elemento che motiva le loro scelte. Certo, queste loro disposizioni sono fragili, hanno bisogno di essere sostenute per risultare poi decisive nel momento delle scelte, deve essere tutto l’universo Roma a rendersi consapevole di vivere una sorta di favola reale e nessuno deve essere lasciato solo perché non ce la farebbe. Voglio dire, cioè, che se nella Roma non si sviluppa la consapevolezza di vivere una grande opportunità e non si lavora coerentemente per la sua realizzazione, Mexes o Chivu finiranno per essere come tutti gli altri: come Cannavaro, come Zambrotta, come Emerson. E se ne andranno.
Ho letto recentemente un articolo di Lino Cascioli sul Corriere dello Sport, nel quale si parla di un modo vecchio di fare calcio. Mi è sembrato che lui definisse vecchio lo stesso fatto di spendere miliardi e miliardi per approntare una squadra e quindi vecchi e superati (calcisticamente parlando) gli stessi Abramovich, Berlusconi e Moratti, abituati a credere che spendere molto sia l’ingrediente insostituibile del successo.
Il calcio nel quale tutti corrono senza palla e sanno che saranno trovati negli spazi liberi che ci sono sempre nel campo, quale che sia la tattica difensiva degli avversari, ha un grande futuro e ci farà scoprire cose nuove. Certo, oltre ad un buon livello tecnico dei giocatori, occorre tanta generosità ed anche in questo la Roma sembra essere stata toccata da un destino insolito e meraviglioso. Voi non sapete quanto sia grande la generosità di Perrotta, di Taddei, di Mancini, che associano la disponibilità a fare con la qualità dei loro gesti atletici; non sapete come questi ragazzi sappiano mettere all’ultimo posto l’idea di apparire, più degli altri compagni, protagonisti sul palcoscenico del campo ed abbiano invece il chiodo fisso della gestione collettiva di ogni situazione. Anche questo è un regalo che ci siamo ritrovati o forse è vero che, in determinate circostanze, tutti i ragazzi sono così, basta chiederglielo e fargli capire che è una cosa bella.
Certo, per il calcio che la Roma sta interpretando non potrebbero essere adatti giocatori anche di grande classe, ma, come dire, un po’ narcisi. Non perché si debba fare del moralismo perché poi ognuno è quello che è e l’importante è che sia in pace con se stesso. Il problema è che il narciso, anche incantevole a vedersi, fa fatica a capire che il soggetto principale della situazione non è lui ma la squadra. E questo ci riporterebbe subito all’antico. Si, in qualche modo sto dicendo che Ronaldinho non va bene se vogliamo cambiare il calcio e farlo diventare una vera ragione di gioia. Questa idea di mettersi lì, sull’out sinistro ad attendere che arrivi il pallone come si attende un autobus ed iniziare da lì a fare giochi mirabolanti è antico e superato; potrà continuare a vincere se nessuno avrà il coraggio di puntare su altre modalità di gioco. Noi, nel nostro piccolo siamo la testimonianza vivente che tale possibilità esiste. Un’azione travolgente tutta giocata di prima con la palla a terra da cinque-sei-sette giocatori della nostra squadra, è molto più bella del più raffinato colpo di tacco di un grande campione. Anche noi abbiamo un giocatore che appartiene alla categoria dei mostri sacri del calcio: Francesco Totti. Ma a lui è stato chiesto di prestarsi al nostro gioco e la sua semplicità d’animo, il suo grande amore per la squadra e per la città hanno fatto il resto. Condizioni irripetibili o almeno rare.
No, credetemi, i soldi per me e per questi ragazzi non sono tutto. E non sono, soprattutto, la ragione essenziale per restare qui o andare via”.
Il silenzio sembra ormai riempire definitivamente la sala; se Spalletti smettesse di parlare forse non ci sarebbero nuove domande per lui, nessuno avrebbe la capacità di formularle.
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