Antonio Ingroia
Biografia
Antonio Ingroia nasce il 31 marzo del 1959 a Palermo. Formatosi professionalmente nel capoluogo siciliano, inizia la carriera come uditore giudiziario, collaborando con Paolo Borsellino e Giovanni Falcone a partire dal 1987: proprio Borsellino lo aveva chiamato con sé alla procura di Marsala. Divenuto, con Gian Carlo Caselli, sostituto procuratore a Palermo nel 1992, ha l'occasione di occuparsi, come pubblico ministero della Procura antimafia, di casi riguardanti la malavita organizzata: per esempio, è coinvolto nell'inchiesta su Bruno Contrada. Inoltre, conduce importanti processi relativi ai rapporti tra mafia, economia e politica: a lui fa capo, tra le altre, l'indagine riguardante Marcello Dell'Utri, senatore del Pdl, che secondo l'accusa avrebbe svolto un ruolo da intermediario tra il mondo dell'imprenditoria del Nord e la mafia del Sud, avvalendosi della collaborazione di mafiosi come i fratelli Graviano e Salvatore Riina.
Nel frattempo, Ingroia si dedica anche alla scrittura: nel 1993 per i tipi di Giuffrè dà alle stampe "L'associazione di tipo mafioso", mentre con Gian Carlo Caselli pubblica, nel 2001, "L'eredità scomoda. Da Falcone ad Andreotti. Sette anni a Palermo", edito da Feltrinelli. Nel 2002, invece, il giudice siciliano viene intervistato per il libro "La trattativa. Mafia e Stato. Un dialogo a colpi di bombe" di Maurizio Torrealta, e sempre con Caselli realizza il capitolo "Mafia ieri, mafia oggi: ovvero cambia ma si ripete..." per il volume "Che cosa è la mafia di Gaetano Mosca.
Due anni più tardi, Ingroia ottiene la condanna a nove anni di reclusione per Dell'Utri, ritenuto colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa: la condanna verrà confermata in appello, con una riduzione di due anni, nel 2010, anche se il senatore verrà assolto per i comportamenti successivi al 1992, in quanto non verrà provato, secondo i giudici, il presunto patto di scambio mafioso-politico con Cosa Nostra. Al 2006 risale la prefazione a "Il riflesso della mafia", libro di Riccardo Castagneri. Tre anni più tardi (anno di uscita per Stampa Alternativa di "C'era una volta l'intercettazione. [La giustizia e le bufale della politica. Lo strumento d'indagine, la sua applicazione per i reati di mafia e i tentativi d'affossamento]", Ingroia viene nominato procuratore aggiunto della procura antimafia di Palermo.
Insignito del "Premio Renato Benedetto Fabrizi" nel 2011 dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, Ingroia diventa sempre più famoso anche per le sue apparizioni televisive, via via più frequenti. Intanto, torna in libreria con "Nel labirinto degli dei. Storie di mafia e di antimafia", per Il Saggiatore, e scrive la prefazione di "Mafia Spa. Gli affari della più grande impresa italiana", di Benny Calasanzio. Divenuto simbolo della lotta alla mafia, realizza la prefazione del volume "Il quarto livello", di Maurizio Torrealta, e la postfazione di "Globalmafia. Manifesto per un'internazionale antimafia", di Giuseppe Carlo Marino.
Il 24 luglio 2012, nell'ambito dell'indagine relativa alla trattativa Stato-mafia, chiede il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa di dodici indagati, tra cui Marcello Dell'Utri, Calogero Mannino, Bernardo Provenzano, Totò Riina, Massimo Ciancimino e Nicola Mancino, ex ministro accusato anche di falsa testimonianza. Due giorni dopo il Consiglio Superiore della Magistratura gli permette di lasciare il ruolo di pubblico ministero, favorendo il suo collocamento fuori ruolo: ormai ex procuratore aggiunto di Palermo, decide di trasferirsi in Guatemala per un anno, dove dirige su incarico dell'ONU un'unità di investigazione nell'ambito del contrasto al traffico di sostanze stupefacenti. Così, dopo aver tenuto, il 29 ottobre 2012, la sua ultima udienza nel processo sulla trattativa Stato-mafia, parte per il continente americano il 5 novembre.
Autore, con Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco, di "Io so", uscito per Chiarelettere (nel quale lascia intendere che la nascita del partito Forza Italia sia connessa agli interessi della mafia: per questo motivo, numerosi militanti, appoggiati dal "Giornale", hanno dato il via a una class action contro di lui, sentendosi diffamati), scrive anche "Palermo. Gli splendori e le miserie. L'eroismo e la viltà", per Melampo, e nel frattempo prosegue la sua collaborazione con "Il Fatto Quotidiano", dove scrive come editorialista (essendo anche giornalista pubblicista, regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 18 maggio del 2012).
In effetti, nel corso della sua carriera, il magistrato palermitano ha avuto modo di collaborare con diverse redazioni giornalistiche, tra cui "Live Sicilia" (per la quale ha tenuto la rubrica intitolata "Fuori dal Bunker") e "L'Unità". Accusato, anche per questo motivo, di essere un giudice eccessivamente politicizzato (nel 2011, per esempio, ha partecipato al congresso del Partito dei Comunisti Italiani), Ingroia ha dichiarato di non sentirsi "del tutto imparziale", ritenendosi un "partigiano della Costituzione". Dal 13 novembre 2012, tiene la rubrica "Diario dal Guatemala" sul "Fatto Quotidiano", mentre poche settimane dopo inaugura su "Micromega" il blog "Partigiani della Costituzione".
Alla fine del 2012, in vista delle Elezioni politiche, Antonio Ingroia annuncia la sua candidatura a Presidente del Consiglio a capo della lista "Rivoluzione Civile". Un anno dopo il disastroso risultato elettorale, nel mese di ottobre, Antonio Ingroia presta giuramento e diventa avvocato, chiudendo definitivamente con il suo passato da magistrato.
Frasi di Antonio Ingroia
Foto e immagini di Antonio Ingroia
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Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Antonio Ingroia. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Antonio Ingroia.
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