Andy Roddick
Biografia • C'era una volta un giovane rimpallo
Quando a Key Biscayne nel marzo 2001 Pete Sampras scendendo in campo per un incontro di terzo turno, guardò dall'altra parte della rete e vide un giovanotto di belle speranze, suo connazionale, non immaginava certo che a fine match avrebbe dovuto stringergli la mano, congratulandosi per la sua vittoria. Certo il ragazzone l'anno prima aveva riportato prestigiosi trionfi nella categoria juniores e veniva da un successo, al turno precedente, su Marcelo Rios, ma neanche il grande Pete, che certo è uno che se ne intende, si sarebbe atteso un'esplosione così fragorosa.
Andrew Stephen Roddick, per tutti semplicemente Andy, nasce il 30 agosto 1982 ad Omaha, nello stato del Nebraska. Terzo di tre figli maschi cresce in una famiglia numerosa e molto sportiva; inizialmente coltiva una passione per il basket, unita ad un grande amore per il golf. Il tennis arriva un po' dopo, ma i risultati si fanno vedere in fretta.
Allenato dal 1999 da Tarik Benhabiles, il quale segue il suo pupillo in ogni torneo sempre appollaiato nelle prime file degli spalti dove passa il tempo a comunicare in maniera fitta, tramite sguardi e gesti, con lui, "Kid Roddick" esprime un tennis puramente d'attacco, caratterizzato da un servizio molto personale che gli consente di superare spesso i 200 Km/h e da un diritto molto potente e carico di effetto che mettono a dura prova sia l'avversario che gli attrezzi. Il suo punto debole pare sia il rovescio, difetto che Andy tiene sotto osservazione con un duro lavoro.
Il suo modo di giocare pare attirare moltissimo il pubblico che riempie infallibilmente gli spalti ogni qualvolta siano in programma match giocati da Andy Roddick. Una partecipazione del tutto meritata da parte del giovane campione, il quale da parte sua riesce, sia grazie al tipo di gioco, sia con un comportamento in campo grintoso e coinvolgente, a creare un'atmosfera molto calda, in cui il pubblico è parte attiva con applausi e incitamenti.
Sul piano della carriera, prima di entrare a far parte del grande circo del ATP, Andy ha concluso la sua carriera junior al numero 1 delle classifica vincendo due prove dello SLAM (Australian Open - U.S. Open).
Il 2003 agonistico di Andy Roddick è incominciato al torneo di Sydney dove ha perso nei 16mi di finale contro il coreano Lee Hyung-Taik in due set. Successivamente ha giocato la prima prova dello SLAM della stagione a Melbourne dove ha perso in semifinale, stremato dopo la maratona con il marocchino Younes El Aynoui e con un polso dolorante in 4 set contro il tedesco Rainer Schuettler, che si arrrenderà poi ad Andrè Agassi. Insomma, sembrava proprio un periodo nero per il buon Roddick.
Il finale di stagione non è stato dunque all'altezza di quello che ci si aspettava da lui, ma Andy, con le semifinali a Parigi Bercy ed alla Masters Cup di Houston, ha comunque ottenuto i punti necessari per chiudere l'anno in vetta alla classifica ATP, giusto davanti a Federer e Ferrero. I vari dubbi su di lui, espressi da autorevoli esponenti del mondo tennistico, si sono parzialmente sciolti.
Nel 2006 arriva in finale agli US Open nel 2006, ma viene battuto da Roger Federer. All'inizio del mese di dicembre del 2007 vince, con la squadra nazionale Americana di tennis, la Coppa Davis, nella finale contro la Russia. L'apporto di Roddick è determinante poiché porta agli USA il primo importantissimo punto della prima partita, battendo, in maniera molto netta l'avversario Russo Dmitry Tursunov.
A Marzo del 2008 riesce a battere Rafael Nadal ai quarti di finale del torneo di Dubai, accedendo cosi alle semifinali, in cui incontra il serbo Novak Djokovic che non resiste al giovane americano, che vincerà poi il Torneo contro lo spagnolo Feliciano Lopez. Il 3 aprile del 2008 Roddick interrompe la striscia negativa di 11 sconfitte consecutive contro Roger Federer, battendo l'elvetico ai quarti di finale del Master Series di Miami.
Roddick, che vive ad Austin (Texas) e si allena sotto la guida del fratello John Roddick, nel 2008 non prende parte al torneo di tennis delle Olimpiadi di Pechino 2008, motivando questa decisione sostenendo di volersi concentrare e preparare al meglio per lo US Open del 2008.
Nel 2009 arriva a giocare la finale di Wimbledon, ma si trova davanti un super-Federer che in un match lunghissimo (termina 16-14 al quinto set) conquista il torneo per la sesta volta in carriera. Dopo aver partecipato alle Olimpiadi di Londra 2012, prima di ritirarsi dal tennis gioca la sua ultima partita agli ottavi di finale degli US Open il 6 settembre 2012.
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