Emma Bonino

Emma Bonino

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Biografia Nostra Signora delle battaglie

Deputata al Parlamento Europeo, già Commissaria EU per gli aiuti umanitari, la politica dei consumatori e la pesca, Emma Bonino da oltre trent'anni si occupa di politica con metodi che spesso hanno suscitato controversie. La sua carriera è infatti iniziata verso la metà degli anni '70 con la lotta per la legalizzazione dell'aborto in Italia e successivamente per l'affermazione del divorzio e la legalizzazione delle droghe leggere.

Nata il 9 marzo del 1948 a Bra (Cuneo), si è laureata all'Università Bocconi di Milano in lingue e letterature straniere, Emma Bonino, dopo aver iniziato la sua militanza nel Partito Radicale accanto a Marco Pannella, fonda nel 1975 il Cisa (Centro informazione, sterilizzazione e aborto) e un anno dopo viene eletta alla Camera dei Deputati. Per l'attività del Cisa, a causa della mentalità ancora arretrata relativamente a queste tematiche nell'Italia del tempo, subisce un arresto.

Nel 1979 diventa deputato del Parlamento Europeo (carica che sarà riconfermata nel 1984), e si fa portatrice in prima persona di numerose battaglie referendarie promosse dai radicali, soprattutto sui temi dei diritti civili.

Dalla metà degli anni Ottanta si fa anche promotrice, fra i pochissimi in Europa (essendo la contesa politca Italiana più concentrata sugli aspetti interni), di una serie di campagne internazionali per la difesa dei diritti umani, civili e politici nei Paesi dell'est Europeo. Nel 1991 diventa presidente del Partito Radicale transnazionale e transpartitico e nel '93 segretaria del Partito. Nel 1994, su indicazione del Governo Berlusconi, viene nominata commissario europeo alla Politica dei consumatori e agli Aiuti umanitari. Una scelta che, solo per il fatto di esser stata caldeggiata da leader di Forza Italia, ha suscitato numerose controversie, in quanto molti ritennero la collaborazione con l'industriale come un tradimento della politica radicale. Ma Emma interpreta la missione con passione e coraggio e conquista grazie alle sue capacità una notorietà internazionale.

Il 27 settembre del 1997 viene sequestrata dai Talebani in un ospedale di Kabul in Afghanistan dove era andata a verificare il funzionamento degli aiuti umanitari europei. Viene rilasciata dopo quattro ore e denuncia in tutto il mondo le terribili condizioni di vita delle donne afghane.

Nel 1999 si è autocandidata alla presidenza della Repubblica. Una posizione singolare e improbabile (non c'è l'elezione diretta del presidente), sostenuta però da una campagna martellante che l'ha aiutata ad avere un inatteso successo nelle elezioni europee dello stesso anno con un ragguardevole 9 per cento. Malgrado ciò, non ce l'ha fatta ad essere confermata nella nuova Commissione europea, presieduta da Prodi, le viene preferito Mario Monti. Si ributta sulla scena nazionale, sempre a fianco di Pannella, ma alle elezioni regionali del 16 aprile 2000 la Lista Bonino perde gran parte dei consensi fermandosi al 2 per cento.

Emma Bonino, carattere di ferro, non si scoraggia. Anzi, insieme all'inossidabile Pannella, promuove una serie di referendum su vari temi, che spaziano dal mercato del lavoro ai sindacati, dalla magistratura al sistema elettorale. Iniziative lodevoli e coraggiose che però non vengono premiate dagli elettori: il 21 maggio 2000, infatti, i referendum naufragano inesorabilmente a causa del mancato raggiungimento del quorum. Un fallimento che farà pronunciare parole amare alla Bonino, convinta che con quello sia anche finita una precisa stagione politica, quella che faceva appunto leva sui referendum e il coinvolgimento dei cittadini. Ad ogni modo, sono incombenti le politiche del 2001, a cui la Lista Bonino si presenta da sola ottenendo consensi per la verità non molto incoraggianti, solo il 2,3 per cento dei voti.

D'altronde, le posizioni espresse da Emma Bonino raramente sono concilianti ed anzi spesso fanno a pugni con quella che si vorrebbe sia la sensibilità comune, specie in un paese come l'Italia. Ad esempio, di recente si è opposta al Vaticano per la decisione della Chiesa cattolica contro la sperimentazioni sulle cosiddette cellule staminali (che darebbero speranza di guarigione a persone affette da diverse patologie), manifestando davanti a S. Pietro con cartelli contenente slogan da qualcuno ritenuti blasfemi come "No Taliban. No Vatican".

Di contro, non si contano le iniziative internazionali altamente apprezzate nel mondo. Sempre di recente, si è recata con Marco Pannella a Zagabria dove il Ministro Tonino Picula gli ha consegnato le onorificenze per l'impegno da loro dimostrato nel 1991 quando sostennero la lotta croata per l'indipendenza. Da Zagabria sono poi partiti per Tirana al Congresso del Partito Radicale da dove Emma Bonino si è poi spostata al Cairo dove vive da qualche tempo.

Grazie alle sue posizioni fortemente liberali, Emma Bonino si trova insomma ad incarnare, insieme a tutto il partito radicale e al suo leader Marco Pannella, una delle più interessanti, seppur minoritarie e poco ascoltate, alternative politiche presenti in Europa. Emma Bonino inoltre rappresenta la straordinaria forza delle donne nella politica: il suo impegno, la sua dedizione, la sua passione hanno contribuito ad un enorme accrescimento del paese sul piano dei diritti umani e civili.

Nel maggio 2006 viene nominata Ministro per gli Affari europei nel Governo Prodi.

In occasione delle elezioni politiche ad aprile 2008 si candidata e viene eletta al Senato come capolista del Partito Democratico nella circoscrizione Piemonte, in base ad un accordo fra democratici e Radicali, all'interno della delegazione Radicale nel PD. Il 6 maggio 2008 è eletta vicepresidente del Senato della Repubblica.

Successivamente cura e pubblica un libro sull'innalzamento e l'equiparazione dell'età pensionabile delle donne, dal titolo "Pensionata sarà lei - Le donne, la parità e la crisi economica" (marzo 2009).

Nel 2010 lancia la propria candidatura alla presidenza della Regione Lazio, appoggiata dai Radicali e successivamente dal Partito Democratico e altri partiti di centro-sinistra. Le elezioni la vedono sconfitta per soli 1,7 punti percentuali da Renata Polverini, candidata del Popolo della Libertà.

Alla fine di aprile del 2013 Emma Bonino viene nominata Ministro degli Esteri per il governo Letta.

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