Max von Sydow
Biografia • Sempre ad alto livello
Max Carl Adolf von Sydow nasce a Lund, in Svezia, il 10 aprile 1929. La sua è una famiglia nobile e benestante, il padre è un professore universitario di etnologia all'Università di Lund, mentre la madre insegna in una scuola elementare. La sua infanzia è arricchita dalla cultura che respira in famiglia e la sua passione principale diviene il teatro. Una passione che lo vede a scuola protagonista di diversi spettacoli, tanto da fondare insieme ad alcuni amici una compagnia teatrale amatoriale in cui può sperimentare il suo talento.
Nel 1948 si iscrive all'Accademia del Teatro di Stoccolma e nel 1951 inizia la sua carriera di attore in teatro. Proprio mentre recita sul palcoscenico viene notato da Ingmar Bergman, il regista che lo renderà un attore famoso e rispettato e il loro sodalizio artistico segnerà la sua carriera per sempre, immortalandolo nel "Settimo sigillo", capolavoro indiscusso di Bergman e che trasforma Von Sydow in un'icona della storia del cinema, soprattutto grazie alla scena memorabile in cui gioca a scacchi con la Morte.
La loro collaborazione prende l'avvio a teatro, allestendo assieme spettacoli come "Peer Gynt", "Il misantropo", "La gatta sul tetto che scotta" e "Faust". Nel 1951 sposa Christina Olin da cui ha due figli e da cui divorzierà nel 1996. Nel frattempo la sua popolarità aumenta notevolmente, rendendolo l'attore di teatro più conosciuto e stimato di tutta la Svezia.
La seconda fase del rapporto professionale e umano con Bergman si sviluppa nel cinema. Il primo ruolo - e anche quello più importante - è quello di Antonius Block, protagonista de "Il settimo sigillo" che come si è detto fin da subito lo rende anche famoso in tutto il mondo. Dopo alcuni ruoli nei film del Maestro come "Il posto delle fragole" del 1957, "Alle soglie della vita" del 1958, "Il volto" sempre del 1958, "La fontana della vergine" del 1959, "Come in uno specchio" del 1961 e "Luci d'inverno" anche del 1961, Hollywood chiama Max Von Sydow per alcuni ruoli completamente diversi dai precedenti: "La più grande storia mai raccontata" in cui interpreta il ruolo di Gesù Cristo e "Hawaii" dove recita la fianco di Gene Hackman.
Torna in Svezia e gira altri quattro film con Ingmar Bergman: "L'ora del lupo", "La vergogna", "Passione" e "L'adultera"; quest'ultimo film segna la loro separazione. Il motivo vero per cui il rapporto si interrompe non è mai stato chiarito completamente.
A questo punto Von Sydow torna a Hollywood e lavora in due film molto importanti: "Lettera al Kremlino" del 1970 in cui recita con Orson Welles e "L'esorcista" del 1973, un film che ha segnato il cinema horror cambiando per sempre il modo in cui viene rappresentato il male: il ruolo di Max Von Sydow è quello di un sacerdote anziano e sapiente che, insieme ad un altro prete, cerca di liberare una bambina di dodici anni dalla presenza del diavolo.
Viene nominato al Golden Globe di quell'anno come migliore attore non protagonista. Da quel momento in poi le sue partecipazioni a film americani ed europei sono innumerevoli, come ad esempio ne "I tre giorni del condor" del 1975 in cui interpreta un killer freddo e sofisticato, "Gli avventurieri del pianeta terra" in cui recita assieme a Yul Brynner, "Cadaveri eccellenti" in cui è diretto da un regista italiano, Francesco Rosi.
In seguito il rapporto con l'Italia si rafforza sempre più e lo vede interpretare ruoli in film importanti come "Il deserto dei Tartari" di Valerio Zurlini del 1976 e "Cuore di cane" di Alberto Lattuada del 1977.
Max Von Sydow è un attore dal tratto recitativo inconfondibile e la sua interpretazione elegante e aristocratica lo pone di fronte a ruoli sempre in linea con questo suo profilo come ad esempio: colonnello nazista e aristocratico in "Fuga per la vittoria" del 1981 in cui recita con Michael Caine e Sylvester Stallone e botanico imperiale in "Dune", di David Lynch del 1984.
Reciterà anche nella serie di James Bond "Mai dire mai" del 1983. Recita poi in film dove non ti aspetteresti di trovarlo come "Conan il barbaro" del 1982 (con Arnold Schwarzenegger) oppure in "Dredd - La legge sono io", del 1995. Nel 1987 riceve la sua prima nomination all'Oscar con "Pelle alla conquista del mondo" del 1987 in cui recita un ruolo da protagonista con la direzione di Bille August. L'anno successivo dirige il suo primo e unico film "Katinka - Storia romantica di un amore impossibile".
Gli anni '90 iniziano con una sua parte in "Risvegli" dove recita con Robert De Niro e Robin Williams e in "Mio caro dottor Grasler" diretto da Roberto Faenza. Due grandi registi lo vogliono nel 1991: Wim Wenders in "Fino alla fine del mondo" e Lars von Trier in "Europa". Poi torna al teatro con recitazioni di prosa e letture di poesie. Nel 1997 sposa Catherine Brelet.
Negli anni di inizio millennio lavora con Steven Spielberg recitando in "Minority Report" del 2002 e nella commovente interpretazione di un padre paralitico in "Lo scafandro e la farfalla" del 2007. Nel 2010 è diretto da Martin Scorsese in "Shutter Island" un thriller psicologico giocato su diversi piani narrativi. Nel 2011 all'età di 82 anni è candidato all'Oscar per il film "Molto forte, incredibilmente vicino" tratto dall'omonimo romanzo di Safran Foer.
Le apparizioni si fanno sempre più diradate ma non mancano le produzioni di rilievo come quelle per la tv del "Trono di Spade" (nel 2016) e quella per "Star Wars: Il risveglio della Forza" (nel 2015).
Max von Sydow muore all'età di 90 anni il giorno 8 marzo 2020.
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