Philippe Daverio
Biografia
Philippe Daverio nasce il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, quarto di sei figli: sua mamma, Aurelia Hauss, è alsaziana, mentre suo padre, Napoleone Daverio, è un costruttore italiano. Dopo avere ricevuto un'educazione ottocentesca in collegio, Philippe si trasferisce con la famiglia in Italia e frequenta la Scuola Europea di Varese.
Quindi si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio all'Università Bocconi di Milano, supera tutti gli esami ma non scrive la tesi (e quindi non si laurea) per seguire la mentalità sessantottina dell'epoca secondo la quale all'università non si va per laurearsi, ma per studiare. Nel 1972 inizia a convivere con Elena Gregori (che gli darà un figlio, Sebastiano).
Ero un sessantottino che s'infilava nei cortei e occupava le aule dell'università. Frequentavo un comitato del movimento studentesco un po' stalinista dove vecchi partigiani ci incantavano con i loro racconti della resistenza. Il mito dell'azione è il più affascinante che ci possa essere per un ventenne. Rapì anche me. Fino a quando non divenne un ideale settario su cui cominciò ad aleggiare la tentazione della violenza.
Studioso di musicologia storica, cura diverse pubblicazioni dedicate ai movimenti d'avanguardia sorti tra le due guerre; nel 1977 realizza con Paolo Baldacci "Opera grafica e vetraria. Con uno scritto di Gio Ponti e una testimonianza di Aldo Salvadori", mentre nel 1984 insieme con Netta Vespignani e Maurizio Fagiolo dell'Arco pubblica "Roma tra espressionismo barocco e pittura tonale".
Diventato quasi per caso un mercante d'arte, negli anni Ottanta apre due gallerie, una a Milano e una a New York. Tra il 1993 e il 1997 è assessore del Comune di Milano nella giunta di Marco Formentini, in quota alla Lega Nord, con le deleghe alla Cultura, all'Educazione, al Tempo Libero e alle Relazioni Internazionali. Collaboratore di diverse testate ("Panorama", "Liberal"), nel 1999 è inviato speciale di "Art'è", trasmissione in onda su Raitre.
Nel 2001 sempre su Raitre, Philippe Daverio presenta "Passepartout", programma che incontra un buon successo di critica e di pubblico: posizionato nella fascia del primo pomeriggio domenicale, dà vita anche a uno spin-off, i "Notturni della Maremma" (repliche rimontate di spezzoni di puntate diverse con inserti di materiali inediti). A partire dal 2004 Daverio inizia a collaborare annualmente con l'agriturismo Colonos di Villacaccia di Lestizza, in Friuli Venezia Giulia, tenendo alcune conferenze estive; nello stesso anno, pubblica per Mazzotta "Arte stupefacente. Da Dada alla Cracking art".
Nel 2005 scrive "Il design nato a Milano. Storia di ragazzi di buona famiglia" e "Un'altra storia del design e un modesto tentativo di interpretazione". Cura, inoltre, la mostra "13x17", pensata e sviluppata da Cristina Alaimo, Elena Agudio e Momò Calascibetta, che dà origine a molte polemiche: da essa verrà ricavato anche il catalogo "13x17. 1000 artisti per un'indagine eccentrica sull'arte in Italia", realizzato in collaborazione con Jean Blanchaert. La mostra, inaugurata tra l'altro da Rocco Buttiglione, ministro dei Beni Culturali, nasce dopo che viene reso noto che il padiglione Italia della 51esima Esposizione internazionale d'arte di Venezia non avrebbe ospitato nessun artista italiano; l'esordio va in scena nella chiesa veneziana di San Gallo, con opere di dimensioni 13 x 17, considerate scaramantiche, per poi toccare le città di Biella, Potenza, Napoli, Milano, Palermo, Chieti, Roma e Bologna.
Nel 2008 Vittorio Sgarbi, divenuto sindaco della cittadina siciliana di Salemi, nomina Philippe Daverio bibliotecario della città. Nel 2009, in occasione delle elezioni provinciali, si candida a Milano come consigliere nella lista civica di Filippo Penati venendo eletto; poco dopo, tuttavia, una circolare della Rai che impedisce che chi ricopre incarichi amministrativi o politici possa sottoscrivere contratti a pagamento con la tv pubblica lo induce a dimettersi da consigliere provinciale e a respingere l'offerta del Comune di Palermo di diventare assessore alla Cultura.
L'anno successivo il sindaco di Palermo Diego Cammarata lo nomina consulente per la Festa di Santa Rosalia: nel corso della celebrazione, tuttavia, Daverio riceve una pesante contestazione che lo induce a dimettersi al termine dei festeggiamenti. Sempre nel 2010 è designato direttore del Museo del Paesaggio di Verbania, ma anche in questo caso lascia polemicamente la poltrona dopo pochissimi mesi. Il 2010 è, tra l'altro, un anno contraddistinto da numerose pubblicazioni: per Skira escono "Giorgio Milani. Il libro delle lettere" e "Giuseppe Antonello Leone", mentre per Rizzoli viene pubblicato "L'avventura dei Mille. La spedizione di Garibaldi attraverso i disegni ritrovati di Giuseppe Nodari".
A partire dal dicembre 2010 (e fino a marzo 2011) su Rai5, rete di stampo culturale della Rai, Daverio conduce il programma settimanale "Emporio Daverio", realizzato con la collaborazione di Alessandro Buccini e Giuseppe Ragazzini, nel quale il critico alsaziano analizza la cultura, l'arte, la gastronomia e l'architettura di città o regioni italiane.
Nel 2011, anno in cui ricorre il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, fonda "Save Italy", movimento di opinione senza struttura organizzativa che intende sollecitare cittadini e intellettuali a favore della tutela della enorme eredità culturale del Bel Paese: la denominazione inglese, che potrebbe apparire in contraddizione con gli intenti, viene scelta per evidenziare che il patrimonio culturale italiano non è unicamente degli italiani, ma di tutto il mondo. Tra le altre iniziative di "Save Italy", una manifestazione contro la proposta di costruire una discarica a Tivoli vicino a Villa Adriana, manifestazione che ottiene un grande successo al punto che il progetto relativo alla discarica viene abbandonato.
Nel 2012 torna in onda su Raitre con "Il Capitale di Philippe Daverio", in onda la domenica (e in replica anche su Rai5): una serie di puntate monotematiche che prendono ispirazione dalle mostre in scena, dalle notizia di cronaca dell'attualità, dalla storia e dalla cultura. Sempre nel 2012 Philippe Daverio pubblica per Rizzoli "Il museo immaginato" e "Il secolo lungo della modernità", e per Giunti "L'arte di guardare l'arte"; l'anno successivo, ancora per Rizzoli, dà alle stampe "Guardar lontano veder vicino".
All'inizio del 2014 finisce nel mirino del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, nominato dal blog del comico ligure "giornalista del giorno" in quanto colpevole di aver parlato, ospite di Lilli Gruber nella trasmissione di La7 "Otto e mezzo", di Casaleggio (definito "quello travestito da cieco di Sorrento, quello con gli occhialini scuri"), di Grillo ("già un po' mi spaventa") nell'ambito di un "percorso inarrestabile verso la trashologia". Sul web, le dichiarazioni di Philippe Daverio suscitano polemiche e insulti da parte dell'elettorato grillino.
Alla fine del mese di luglio 2018 è proclamato a Marciana Marina vincitore della 14ª edizione del Premio letterario La Tore.
Malato da qualche tempo, si è spento ricoverato presso l'Istituto dei tumori di Milano il 2 settembre 2020, all'età di 70 anni.
Frasi di Philippe Daverio
Foto e immagini di Philippe Daverio
Video Philippe Daverio
Commenti
Una classe in tutto quello che faceva e diceva irraggiungibile. Speriamo nelle futurefigure perché qualcuno abbia la classe sua. Mi mancheranno le sue lezioni di cultura. Riposi in pace
Pregiatissimo Professore, desidero esprimerLe tutta la mia ammirazione per la Sua grande professionalità e competenza nel rendere così intuitiva ed appassionante ogni cosa da Lei spiegata. Sarebbe davvero auspicabile che ogni insegnante (di qualsiasi materia) abbia le Sue caratteristiche che renderebbero lo studio non solo fatica necessaria ma, soprattutto, una entusiasmante avventura.
Grazie, di cuore! Le auguro ogni cosa buona!
Gentile Prof. Daverio, chi le scrive e' un artista che la segue con profonda ammirazione e con il desiderio che Lei un giorno possa trasformare un mio sogno in speranza e la speranza in realta', ovvero riuscire a esporre le.mie opere pittoriche in una sua galleria accompagnate da una sua presentazione critica. Le mie opere, realizzate su teli di lino di fine ottocento (corredi nuziali), sono l'espressione esteriore della mia interiorita' in forma pittorica ed aspirano ad essere virali, a non esaurirsi nello sguardo del fruitore ma a rimandare ad ulteriori significati e lasciando intravedere attraverso il visibile un aldila' richiamato da cio' che si vede. Col grande onore di poterLa incontrare, Le porgo i miei piu' cordiali saluti, Mattia Fiore.
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