Alphonso Ford
Biografia • Al di là di tutto
Da ben sette anni Alphonso Ford ("Fonzie", come lo chiamavano i suoi tifosi a Pesaro o "Foffo" per i suoi ex tifosi di Siena) giocava una partita contro una malattia silenziosa che era più forte della vita stessa. Eppure Alphonso la giocava con uno spirito eroico, commovente e soprattutto senza alibi, senza commiserazione. Aveva il dono di essere un atleta fuori dalla norma, che "valeva da solo il prezzo del biglietto", e niente avrebbe potuto fermarlo o quantomeno stoppare uno dei suoi classici tiri in sospensione.
Alphonso Ford era nato per giocare a basket, un talento naturale, esplosivo ma tecnico al tempo stesso, agonista e leader: l'uomo dell'ultimo tiro o di "palla a Fonzie e buona fortuna difensore". Sì perché quando Ford era in uno contro uno era semplicemente non difendibile.
Alphonso Ford nasce nel sud degli USA, a Greenwood nel Missisipi, il 31 ottobre 1971. Chi conosce la gente del profondo sud degli states ripete sempre che questa gente "dà del tu alla vita", nel senso che nonostante le difficoltà e le ingiustizie rimane fiera e dignitosa e soprattutto forte. Lo testimonia la storia dell'Alabama, dello stesso Missisipi e le storiche piantagioni di cotone di quelle parti, dove il lavoro e la vita non ti regalavano mai niente; da sempre sotto il giogo del ricco Nord degli USA, ma mai schiacciati, mai sconfitti.
Ford vive di pallacanestro sin da giovanissimo; all'università frequenta la locale Missisipi Valley State, divenendone il giocatore più rappresentativo della sua storia. Nei suoi quattro anni di college totalizza oltre 3000 punti, divenendo di gran lunga il miglior realizzatore di ogni epoca. Finito il college viene scelto dai Philadelphia 76ers al secondo giro; la scarsa visibilità del suo college di provenienza e il suo fisico "normale" purtroppo incidono sulla considerazione degli scout NBA, che non conoscendo a pieno le qualità e le possibilità di Alphonso, lo lasciano scappare nel limbo della CBA, la seconda lega cestistica americana. Una storia comune a molti talenti americani.
Alphonso allora decide di cercare la fortuna in Europa, giocando in diversi campionati, spagnolo, turco e greco. La svolta arriva nel 1999/2000, quando Ford è nel roster del Peristeri Atene, squadra impegnata nell'Eurolega. Fonzie irrompe nel palcoscenico europeo divenendo il capocannoniere della manifestazione più prestigiosa per club con circa 26 punti di media. La sua prima grande occasione (giunta inspiegabilmente a 30 anni) la ha nel 2001/02, all'Olympiakos Atene, una delle squadri più forti di Grecia e d'Europa. Alphonso Ford impressiona, è un atleta di lusso per il basket europeo, uno che fa da solo una squadra. Anche nella stagione con i "diavoli" di Atene si conferma topscorer dell'Eurolega con 21.1 punti di media e con la conquista della coppa di Grecia (inutile dire che Ford fu il miglior marcatore della finale con 24 punti).
L'anno successivo l'emergente Monte Paschi Siena decide di puntare al vertice italiano ed europeo allestendo una grande squadra; la stella su cui si punta è Alphonso Ford. Assoluto dominatore e leader della squadra, diviene la migliore guardia della serie A e trascina Siena ad una prima storica semifinale scudetto. In Europa la stagione è ancora più esaltante; Siena raggiunge le final four di Barcelona e cede solo per due punti nella semifinale tutta italiana con la Benetton. Per il terzo anno di seguito Ford si laurea miglior marcatore della manifestazione; per Siena diventa un idolo.
La stima nei suoi confronti non si affievolisce nemmeno quando nell'estate del 2003 Alphonso passa a Pesaro, nella nuova Scovolini Pesaro di Melillo. Raggiunge una finale di Coppa Italia, conquista la qualificazione per la prossima Eurolega. In campionato dopo un'ottima regular season la Scavo giunge stanca ai playoff e cede nella semifinale a Siena. Ford gioca la sua ultima partita ufficiale il 29 maggio 2004, proprio contro la sua ex squadra. Sempre ai vertici, leader indiscusso della squadra, in estate Pesaro gli propone il rinnovo contrattuale. Fonzie tentenna, molti pensano che abbia offerte da altre squadre.
La dura realtà emerge il 26 agosto 2004, dopo che Alphonso aveva appena messo firma sul rinnovo; scrive una lettera commovente alla società ed ai tifosi, una lettera di un uomo fiero e straordinario, mai fuori dalle righe: "Cari amici sono nella sfortunata posizione di dover annunciare che non sarò in grado di disputare la stagione 2004-2005 con la Scavolini. Purtroppo le mie condizioni di salute non mi consentono più, a questo punto, di competere come un atleta professionista. In questo momento sono veramente grato a tutti voi e a tutti gli allenatori, compagni di squadra, tifosi, arbitri e dirigenti che, nel corso di tutti questi anni, mi hanno dato l'opportunità di competere nello sport che ho amato di più. Per quanto riguarda il mio club, la Scavolini Pesaro voglio di cuore ringraziare ogni persona dell'organizzazione, i miei compagni di squadra, i miei allenatori e i nostri grandi tifosi. Voglio che ognuno di voi continui ad avere fede. Siate forti e combattete duro. Il mio cuore sarà sempre con tutti voi".
Da ben sette anni Ford combatteva contro la leucemia, per tutto questo tempo ha deliziato i parquet di Europa con le sue giocate. Oggi proviamo a pensare che Alphonso abbia fatto tutto questo pur essendo malato, pur debilitato. Una lezione unica, irripetibile. Alphonso Ford muore solo 9 giorni dopo quella lettera, nella notte del 4 settembre, in un ospedale di Memphis.
Pesaro, Siena e tutto il basket italiano piangono la morte di questo eroe dello sport moderno; lontano dai riflettori, dai vizi e dall'arroganza di altri ben noti sport, una lezione di coraggio, determinazione, di amore per la vita che non scorderemo.