Johan Cruijff
Biografia • Alle origini del calcio totale europeo
Hendrik Johannes Cruijff - più conosciuto semplicemente come Johan Cruijff - nasce in Olanda, ad Amsterdam, il 25 aprile 1947. La sua carriera di calciatore ha inizio quando entra nel settore giovanile dell'Ajax all'età di dieci anni. Le sue capacità tecniche e il suo talento inventivo vengono subito notate dall'allenatore della squadra Vic Buckingham che lo sottopone ad un allenamento duro e costruito secondo le sue necessità, soprattutto fisiche. Infatti il piccolo Johannes fin da subito mostra alcune imperfezioni fisiche, corrette con un allenamento duro che prevede l'utilizzo di sacchetti di sabbia inseriti nella tuta. L'allenamento funziona, ma è il talento a farla da padrone e, malgrado la fragilità del corpo, l'ingegno e la velocità lo rendono unico.
A 14 anni, nella categoria degli Allievi, vince il suo primo campionato e a 16 entra nelle file della prima squadra dell'Ajax. La sua squadra del cuore vive un momento difficile e rischia la retrocessione. L'ultima sconfitta con il Feyenoord decreta l'esonero dell'allenatore Buckingham sostituito dall'ex giocatore dell'Ajax Rinus Michels. Come ex giocatore e appassionato dell'Ajax il nuovo allenatore dà inizio ad una nuova era del calcio olandese: il "calcio totale", dove cioè ogni giocatore può essere sostituito da un altro senza che questo implichi un problema con la struttura tattica del gioco di squadra. Ogni giocatore, quindi, deve saper giocare qualsiasi ruolo. Questo modo di giocare si cuce bene addosso a Cruijff che gioca nel ruolo di attaccante, ma non ha difficoltà a cambiare posizione in campo.
L'ascesa della squadra è anche la sua ascesa. Dopo tre anni di questa tattica, l'Ajax vince tre campionati consecutivi e la Coppa d'Olanda. Fino al 1973, la sua storia si intreccia con le vittorie dell'Ajax: sei campionati, tre Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale e due Supercoppe UEFA.
La carriera con la maglia della nazionale è di tutto rispetto e segna indelebilmente il suo nome nella storia del calcio. Cruijff è il capitano della squadra fin dai primi anni '70. Con la compagine olandese raggiunge l'apice di risultati e notorietà ai campionati mondiali del 1974, che si svolgono nella Germania dell'Ovest. Con assist e gol che ancora oggi trovano posto nelle prestigiose cineteche di questo sport, la sua Olanda fa fuori Argentina, Germania Est e Brasile, prima di affrontare in finale la Germania Ovest padrone di casa. Sarà quest'ultima la squadra vincitrice del titolo mondiale. Dopo gli europei del 1976, in cui l'Olanda finisce al terzo posto, Cruijff decide di abbandonare la maglia della nazionale.
Due anni prima della morte di Francisco Franco, la Spagna decide di aprire le frontiere accettando la contaminazione del calcio estero. Il Real Madrid decide di muoversi per l'acquisto di Cruijff, ma l'olandese ha altri progetti e punta sul Barcellona. Le trattative vanno avanti per diversi mesi fino all'agosto del 1973, quando viene firmato l'accordo. Johan Cruijff entra a far parte della squadra della sua vita.
Il Barcellona soffre quell'anno ma l'acquisto dell'olandese segna una svolta. Il rapporto con il suo vecchio allenatore Rinus Michels, passato anche lui nella squadra rosso granata, crea un binomio vincente. L'ascesa della squadra è impressionante con il coronamento della vittoria del campionato della Liga che il Barcellona non vinceva da 14 anni. La città lo ama e gli dà il soprannome di "Olandese volante" quando gli vede fare un gol in rovesciata e di tacco contro il Real Madrid.
Michels lascia il Barcellona, e per Cruijff iniziano i problemi. Il nuovo allenatore, il tedesco Hennes Weisweiler, lo contrasta rendendogli la vita molto difficile. L'olandese lascia la sua squadra e si ritira a 31 anni.
L'amore per il calcio è difficile da contenere, e dopo tre anni ritorna a giocare per la lega americana. Chi lo spinge a ritornare al calcio è il suocero Cor Coster, padre della fotomodella Danny Coster che Cruijff sposa nel 1968. Dopo l'esperienza americana ritorna in Spagna e gioca per il Levante fino al 1985 quando si ritira per la seconda volta dalle scene calcistiche. Il suo è un ritiro definitivo solo come calciatore, viene infatti chiamato dal presidente dell'Ajax a ricoprire l'incarico di allenatore.
Dopo due vittorie nel torneo della Coppa delle Coppe nel 1988 lascia l'Ajax e come in una sorta di ritorno all'indietro nella sua carriera calcistica approda sempre come allenatore al Barcellona. Vince tutto dopo aver ricostruito da zero la sua squadra: quattro volte la Liga Spagnola, una Coppa del Re, una Coppa delle Coppe e una Coppa dei Campioni.
Nel 1996, a causa di alcuni problemi legati ai piedi, decide di ritirarsi dal ruolo di allenatore; sembra una decisione definitiva ma anche questa volta l'amore per il calcio non lo lascia in pace e dopo tredici anni, nel 2009, riprende il ruolo di allenatore occupandosi della Liga catalana. Diventa poi presidente onorario del Barcellona, ruolo che perde con l'arrivo della nuova proprietà. Torna negli ultimi anni a ricoprire il ruolo di alto dirigente dell'Ajax, fino al 16 novembre 2015, quando abbandona per divergenze con la società.
Tra i vari soprannomi che gli sono stati affibbiati durante la sua carriera di calciatore, ci sono "il Pelé bianco", coniato dal giornalista Gianni Brera, e "il profeta del gol", che è diventato poi il titolo di un film-documentario sulla sua carriera di calciatore, diretto da Sandro Ciotti. Tra i riconoscimenti più importanti ricordiamo la sua elezione a Pallone d'oro per tre volte, nel 1971, 1973 e 1974; è stato inoltre eletto secondo miglior calciatore del XX secolo, dopo Pelé.
Dopo aver contratto un tumore polmonare negli ultimi mesi del 2015, muore a Barcellona (Spagna) il 24 marzo 2016, un mese prima di aver compiuto 69 anni. È ricordato come uno dei calciatori più forti della storia del calcio, e uno dei pochissimi ad aver vinto la Coppa dei Campioni sia da giocatore che da allenatore.
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