Peter Ustinov
Biografia • Impegno e passione
Eclettico attore inglese di cinema e di teatro, regista e scrittore, rappresentante dell'UNICEF, Peter Ustinov negli anni ha conquistato il pubblico con la sua simpatica bonomia sia nelle vesti togate del piagnucoloso Nerone di "Quo Vadis?", che nei panni di uomo comune capitato, suo malgrado, in grandi avventure come in "Topkapi"; ha convinto tutti negli abiti dell'impomatato Hercule Poirot (personaggio della fervida mente di Agatha Christie), nel classico ed elegante "Assassinio sul Nilo".
Peter Ustinov nasce il 16 aprile 1921 a Londra da genitori russi. La sua carriera nel mondo dello spettacolo comincia abbastanza presto: a sedici anni abbandona la Westminster School e due anni dopo è già piuttosto conosciuto come comico del Player's Theatre Club. A diciannove anni scrive il copione del film, che lo vedrà anche interprete, "Volo senza ritorno" di Michael Poewell e Emeric Pressburger, nel 1942 collabora alla sceneggiatura di "La via della gloria" di Carol Reed, con David Niven protagonista.
È difficile compilare una filmografia completa e cronologicamente esatta dei film interpretati da Ustinov e degli otto da lui diretti ma, oltre i già ricordati "Spartacus" (di Stanley Kubrick) e "Topkapi", i più significativi sono senz'altro i "Milioni che scottano" di Eric Till, e "Lord Brummel" (1954), nel quale interpreta un perfetto Principe di Galles, fatuo fino all'antipatia ma tuttavia non privo di fascino.
Peter Ustinov ha interpretato diversi personaggi "cattivi" ma la sua mimica, la sua interpretazione non priva di ironia e di istrionismo (nel senso migliore del termine) ne ha sempre smussato le caratteristiche negative. Lo fece nel suo mirabile Nerone nel "Quo Vadis?" o nel personaggio di Erode che interpretò nel "Gesù di Nazareth" che Franco Zeffirelli realizzò per la televisione.
Molti suoi personaggi erano capaci di toccare le corde più leggere, come quello del generale Max in "Riprendiamoci Forte Alamo", realizzato da Jerry Paris nel 1969, garbata quanto feroce satira del patriottismo americano e delle rodomontate per amore di un pomposo generale messicano. Esilarante, a dir poco.
Altri film da ricordare sono "Sinhue l'egiziano", "Non siamo angeli" al fianco di Humphrey Bogart, "Un angelo è sceso a Brooklyn" garbata favola sulla forza dell'amore (Ustinov è un avvocato dedito all'usura che per la maledizione di una vecchina viene trasformato in cane e sarà salvato dall'amore di un bambino), "Il fantasma del pirata Barbanera", "Un taxi color malva", "Il ladro di Baghdad", il bellissimo film di Marty Feldman "Io, Beau Geste e la legione straniera" parodia del celebre film di William Wellman con Gary Cooper, "C'era un castello con 40 cani" di Duccio Tessari, "Lo scapolo d'oro", "L'olio di Lorenzo" (con Susan Sarandon e Nick Nolte). E la lista potrebbe proseguire, all'insegna di titoli tutti belli e altamente godibili.
Peter Ustinov fu anche regista. Tra i suoi otto film (alcuni anche interpretati) ricordiamo "Angelo privato", "Billy Budd", "Una faccia di c.." (con Liz Taylor) e "Giulietta e Romanoff" che diresse e interpretò nel 1961 traendo il soggetto dalla omonima commedia che aveva scritto (fu anche pregevole autore teatrale) nel 1956.
A partire dagli anni '70 il vulcanico attore si dedicò all'opera lirica, diventando uno dei più apprezzati registi di teatro musicale. Tra il 1981 e il 1982 alla Piccola Scala di Milano diresse opere di Mussorgskij e Stravinskij, oltre che scrivere e interpretare lo show "Divagazioni, improvvisazioni e variazioni musicali in inglese e cattivo italiano".
La sua vita privata lo vede tre volte sposato: nel 1940 con Isolde Denham, da cui ha avuto la figlia Tamara, nel 1954 con l'attrice Suzanne Cloutier che gli ha dato tre figli (Pavla, Andrea e Igor) e nel 1972 con Helene di Lau d'Allemands.
Ustinov conosceva diverse lingue (si dice che in totale fossero otto), tra cui l'italiano, cui il particolare accento conferiva una vena supplementare d'ironia a quella che già gli era propria.
Celebre e di grande esempio è stato il suo impegno a favore dell'infanzia fin dal 1972 quando venne nominato primo ambasciatore dell'UNICEF; nel 1990 conquistò la qualifica di Sir, conferitagli direttamente dalla regina Elisabetta. La morte lo ha colto a pochi giorni dall'ottantatresimo compleanno, in Svizzera il 28 marzo 2004.
Sotto la regia del suo vecchio amico Eric Till, Ustinov aveva da poco finito di interpretare il suo ultimo ruolo, quello di Federico il Saggio, grande elettore di Sassonia, nel kolossal europeo sulla vita di Martin Lutero: "Luther: ribelle, genio, liberatore".
Sia per Spartacus che per Topkapi, è stato premiato con l'Oscar come attore non protagonista.
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