David Foster Wallace
Biografia
David Foster Wallace nasce il 21 febbraio del 1962 a Ithaca, una città situata a 400 chilometri da New York, figlio di Sally Jean Foster e di James Donald Wallace: la madre è professoressa di inglese al Parkland College di Champaign, mentre il padre è professore all'University of Illinois di Urbana-Champaign. Cresciuto nell'Illinois, a Champaign, fino a nove anni, si trasferisce in seguito a Urbania, e qui viene iscritto alla Yankee Ridge School.
Più tardi frequenta la stessa università in cui aveva studiato il padre, l'Amherst College, e si laurea in letteratura inglese e in filosofia nel 1985, con una specializzazione in logica modale e matematica.
Le prime pubblicazioni
Dopo avere ottenuto alla University of Arizona un Master of Fine Arts in scrittura creativa, si dedica alla scrittura del suo primo romanzo, che esce nel 1987 ed è ispirato alla sua seconda tesi universitaria: si chiama "La scopa del sistema" (in lingua originale, "The Broom of the System") e viene apprezzato dalla critica per il suo stile acuto e complesso al tempo stesso, permeato da una notevole ironia.
Dopo questo successo David Foster Wallace pubblica, due anni più tardi, una raccolta di racconti intitolata "La ragazza con i capelli strani" ("Girl with Curious Hair"), da molti ritenuta un suo manifesto stilistico e poetico, e "Verso Occidente l'impero dirige il suo corso" ("Westward the Course of the Empire"). L'anno successivo pubblica in "The Paris Review" il saggio "Piccoli animali inespressivi" ("Little Expressionless Animals").
Nel frattempo si iscrive all'università di Harvard per seguire il corso di filosofia, che abbandona dopo il primo semestre, alla fine del 1989, in seguito al ricovero in una clinica psichiatrica. Nel 1990 Wallace scrive con Mark Costello "Il rap spiegato ai bianchi" ("Signifying Rappers: Rap and Race in the Urban Present").
Gli anni '90
Nei primi anni degli anni '90, intanto, è ossessionato dalla memorialista Mary Kell: nonostante lei gli ripeta in più occasioni di non essere interessata a lui, David Foster Wallace si tatua il suo nome sul corpo, e arriva perfino a ipotizzare la possibilità di uccidere suo marito. I due in seguito intraprendono una tumultuosa relazione sentimentale, nel corso della quale lo scrittore si lascia andare anche a gesti di violenza.
Nel 1996 pubblica "Infinite Jest", il suo secondo romanzo, grazie al quale diventa un autore di culto internazionale: il libro descrive, attraverso il tennis, sport amato e praticato dall'autore, le difficoltà nei rapporti interpersonali tipiche della società contemporanea, impegnativa e complessa anche per il ruolo sempre più rilevante che i media e il mondo dell'intrattenimento e dello spettacolo svolgono, oltre che per la diffusione delle droghe e una competizione esasperata a livello sociale.
Nel frattempo Wallace inizia a insegnare presso la Illinois State University; nel 1997 dà alle stampe "Una cosa divertente che non farò mai più" ("A Supposedly Fun Thing I'll Never Do Again"), mentre due anni più tardi completa la raccolta di racconti "Brevi interviste con uomini schifosi" ("Brief Interviews with Hideous Men").
Gli anni 2000
Nel 2000 pubblica "Up, Simba!" e nel 2002 viene nominato professore di letteratura inglese e di scrittura creativa in un'università della California, il Pomona College; nel corso di questi anni lotta con l'abuso di alcol e la dipendenza dalle droghe, oltre che con la depressione che lo induce a tentare di uccidersi (non di rado, inoltre, si rende protagonista di comportamenti sessuali inappropriati, spesso andando a letto con le sue studentesse all'università e talvolta comportandosi da stalker nei confronti di diverse donne).
Dopo avere conosciuto, nel 2002, la pittrice Karen L. Green, nel 2003 scrive "Tutto, e di più. Storia compatta dell'infinito" ("Everything and More: A Compact History of Infinity"), e l'anno successivo porta a termine la raccolta "Oblio" ("Oblivion: Stories"); il 27 dicembre del 2004 si sposa con Karen. Nel 2006 pubblica "Considera l'aragosta e altri saggi" ("Consider the Lobster") e "Roger Federer come esperienza religiosa" ("Roger Federer as Religious Experience"); nello stesso anno la rivista "Time" inserisce "Infinite Jest" nell'elenco dei cento migliori romanzi di lingua inglese scritti tra il 1923 e il 2006.
Da tempo ammalato di depressione, nel giugno del 2007 David smette di prendere i medicinali che era solito assumere per curare tale patologia su consiglio del suo medico: tuttavia la depressione fa immediatamente capolino. David Foster Wallace muore suicida all'età di quarantasei anni il 12 settembre del 2008, impiccandosi nel suo garage della casa di Clearmont, in California, dopo avere scritto una nota di due pagine e avere sistemato alcuni dettagli de "Il re pallido" ("The Pale King"), manoscritto che rimarrà incompiuto: in seguito a questo tragico avvenimento il padre dello scrittore rivelerà che suo figlio soffriva di depressione da più di venti anni, e che la sua produttività letteraria era dovuta proprio all'assunzione di farmaci antidepressivi.
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