Massimo Fini
Biografia
Massimo Fini nasce il 19 novembre del 1943 a Cremeno, in Lombardia, in provincia di Lecco; il padre è toscano, mentre la madre - Zinaide Tobiasz - è una ebrea russa che nel corso della Seconda Guerra Mondiale è riuscita a scampare allo sterminio che i nazisti hanno operato sulla sua famiglia.
Dopo le scuole medie, Fini frequenta il liceo statale "Giosuè Carducci" a Milano, dove è compagno di classe di Claudio Martelli; conseguito il diploma di maturità, si iscrive all'Università Statale, dove si laurea in Giurisprudenza.
Il giornalismo
Successivamente si occupa di diverse attività: dopo avere lavorato per un periodo alla Pirelli come impiegato, per qualche periodo svolge mansioni di copywriter e pubblicitario. Nel 1970 intraprende la carriera di giornalista all'"Avanti!", quotidiano del Partito Socialista Italiano, per il quale segue l'attualità politica e scrive dei più famosi avvenimenti criminali del periodo (tra gli altri, l'omicidio del commissario Calabresi, la strana morte di Giangiacomo Feltrinelli e il processo relativo alla strage milanese di Piazza Fontana).
Nel 1972 passa all'"Europeo" di Oriana Fallaci e Tommaso Giglio, dove lavora come inviato. Nel 1977 inizia a scrivere su "Linus", mentre l'anno successivo fonda, insieme con Franco Abruzzo e Walter Tobagi, la componente sindacale della rivista "Stampa democratica".
Nel 1979 lascia l'"Europeo", ritenendolo "occupato dai socialisti di Claudio Martelli" e considerando la Rizzoli "in mano a Bruno Tassan Din"; intraprende, quindi, collaborazioni come freelance.
Gli anni '80
Nel maggio del 1980 è l'ultimo giornalista a vedere vivo Walter Tobagi, prima che questi venga assassinato dalla Brigata XXVIII marzo. A partire dal 1982 Massimo Fini è editorialista e inviato all'estero per "Il Giorno" di Guglielmo Zucconi; per il quotidiano milanese ha l'opportunità di viaggiare in Germania, in Ungheria e in Turchia, ma anche negli Usa, in Libano, in Sudafrica e in Iran.
Nel 1983 lo scrittore Massimo Fini si schiera apertamente a sostegno di Enzo Tortora nell'ambito del processo che vede il conduttore televisivo accusato di associazione camorristica (accusa dalla quale verrà in seguito prosciolto).
Mentre si occupa di "Pagina", mensile di cultura e politica fondato da Aldo Canale (che vede la collaborazione - tra gli altri - di Pierluigi Battista, Giuliano Ferrara, Paolo Mieli e Giampiero Mughini), a metà anni Ottanta, Massimo Fini torna all'"Europeo", dove è autore della rubrica principale del giornale, intitolata "Il Conformista".
Nel 1985 Fini pubblica per l'editore Camunia "La Ragione aveva Torto?" .Nel 1989 per Mondadori dà alle stampe "Elogio della guerra", cui fa seguito l'anno successivo "Il Conformista".
Gli anni '90
Dopo essere tornato in libreria con Mondadori con la biografia di Nerone "Nerone. 2000 anni di calunnie", negli anni Novanta, Fini è uno degli editorialisti di punta de "L'Indipendente" di Vittorio Feltri (per il quale nel 1992 aveva lasciato "Il Giorno"): come prima firma del quotidiano contribuisce al suo successo di vendite, con un aumento di oltre 100mila copie nel giro di un anno e mezzo.
In seguito Massimo Fini si rifiuta di seguire Feltri al "Giornale" per poi prendere parte - nel 1996 - alla rifondazione del "Borghese", insieme con Daniele Vimercati; nello stesso anno, con Mondadori pubblica "Catilina. Ritratto di un uomo in rivolta".
Nel 1998 scrive per Marsilio "Il denaro, 'sterco del demonio'"; due anni dopo è la volta di "Dizionario erotico. Manuale contro la donna a favore della femmina", sempre per lo stesso editore.
Gli anni 2000
Proprio Marsilio pubblica nel 2002 la biografia "Nietzsche. L'apolide dell'esistenza", e tra il 2003 e il 2004 "Il vizio oscuro dell'Occidente. Manifesto dell'antimodernità" e "Sudditi. Manifesto contro la democrazia", oltre a una edizione tascabile di "La Ragione aveva Torto?".
Nel 2003, Fini dovrebbe andare in onda su Raidue con la trasmissione "Cyrano", ma il programma viene bloccato un giorno prima del debutto. Nel 2005 scrive per Marsilio "Massimo Fini è Cyrano. Contro tutti i luoghi comuni", insieme con Francesca Roveda ed Eduardo Fiorillo, e fonda il Movimento Zero (conosciuto anche come M0 o MZ), movimento di natura culturale e politica che sostiene di non rientrare in alcuna posizione politica classica, non riconoscendo le vetuste categorie di destra e sinistra.
Nell'ottobre del 2006 (anno in cui Marsilio stampa "Il Ribelle dalla A alla Z") l'attività di Movimento Zero viene momentaneamente interrotta, per poi ricominciare nel gennaio del 2007: ad ottobre dello stesso anno si costituisce il primo Direttivo Nazionale.
La sua autobiogafia
Sempre nel 2007 Fini porta a termine per Marsilio la sua autobiografia, denominata "Ragazzo. Storia di una vecchiaia".
Dopo avere scritto per "Il Gazzettino" e per "Quotidiano Nazionale", nell'ottobre del 2007 Fini diventa direttore de "La voce del ribelle", mensile su cui scrivono, tra gli altri, Giuseppe Carlotti e Marco Travaglio.
Da settembre del 2009 è una delle firme di punta del neonato "Fatto Quotidiano"; nello stesso anno lo scrittore pubblica per Marsilio il suo primo romanzo, intitolato "Il Dio Thoth".
Gli anni 2010
Nel 2010 pubblica per Chiarelettere "Senz'anima. Italia 1980-2010", mentre l'anno successivo torna a collaborare con Marsilio per il libro "Il Mullah Omar", in cui ripercorre la vita del leader dei talebani; tale volume viene accolto in maniera molto critica per alcune opinioni ritenute maschiliste e antioccidentali. A tali contestazioni, Fini replica di non simpatizzare per l'Islam radicale, ma di difendere il diritto dei talebani di opporsi all'occupazione straniera.
Nel 2012 Fini scrive per Marsilio "La guerra democratica". Nel 2021 esce il libro "Il giornalismo fatto in pezzi".
Frasi di Massimo Fini
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Biografieonline non ha contatti diretti con Massimo Fini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Massimo Fini.
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