Ken Russell
Biografia • Deliri, visioni, fantasie
Nato a Southampton, Inghilterra, il 3 luglio 1927, Henry Kenneth Alfred Russell, fa parte di quella schiera di registi bizzarri e poco allineati, totalmente alieni da logiche commerciali e di difficile classificazione. Anche molti dei suoi interessi cinematografici appartengono ad una sfera che sembrerebbe avere poco seguito o suscitare tenui quanto poco redditizie passioni.
Dopo un paio di anni (fra il 1956 ed il 1958), spesi a girare cortometraggi, entra fortunosamente nella gloriosa BBC, dove esercita una potente opera di svecchiamento dei programmi culturali, imponendo nuove forme espressive ad esempio nel documentario con attori. Applica il suo talento visionario e un po' morboso nella singolare serie di ritratti d'artisti e musicisti, un genere che si può considerare inventato da lui. Mette mano alla vita di giganti della musica quali Prokofev (1961), Elgar (1962), Bartók (1963) e Debussy ("The Debussy Film", 1965, interpretato da O. Reed), così come della pittura: il doganiere Rousseau ("Always on Sunday", 1965) e Dante Gabriel Rossetti ("Dante's Inferno", 1967).
Altri esempi del suo stile sopra le righe sono il ritratto, ancora, dei compositori Frederic Delius ("Song of Summer", 1968) e Richard Strauss ("The Dance of the Seven Veils", 1970), o la biografia di Isadora Duncan (1966), film che rivela le sue doti di autore maledetto. Tutte pellicole in cui, se è vero che talvolta la personalità esaltata di Ken Russell sembra prendere il sopravvento, nondimeno riescono a comunicare il senso della potenza creatrice di questi artisti e della loro febbricitante volontà di plasmare i rispettivi linguaggi.
Più discutibili, a detta della critica, i suoi film successivi: "I diavoli" (1971), evocazione delle possedute di Loudun e del tempo dei roghi, che tratta di un processo per stregoneria del XVII secolo; "Il boyfriend" (1972), rifacimento di un musical stile Hollywood, con la modella Twiggy nel ruolo principale; "Messia selvaggio" (1972), sull'amore impossibile tra lo scultore francese G. Gaudier e la polacca S. Brzeska; "La perdizione", sconclusionato ritratto di Mahler che però vinse nel 1974 il Gran Premio della commissione tecnica del cinema francese a Cannes. Immerso nelle sue fantasie morbose, è naturale che Ken Russell si getti a capofitto quando arriva la proposta degli Who di girare "Tommy" (1975), delirante opera rock che dà modo al regista di sfogare tutte le sue manie psichedeliche ("Tommy", fra l'altro, è il primo film ad utilizzare il sistema Dolby).
Si riprende con le biografie dei musicisti classici, riletti sempre con la lente dell'iper-romanticismo o del satanismo superomistico con "Lisztomania" (sempre del 1975), eccentrica farsa intorno all'immagine di Liszt che, in quanto personaggio leggendario intriso di misticismo ma anche di demonismo, ha tutte le caratteristiche per andare a genio al buon Ken. Due anni dopo, l'instancabile regista non si lascia sfuggire neanche Rodolfo Valentino, e in "Valentino", appunto, utilizza il grande Rudolf Nureyev nei panni del danzatore-attore.
Nel 1980 è ancora il delirio mentale ad affascinare Ken Russell. Dopo lunghi sforzi partorisce l'ormai classico "Stati di allucinazione", inquietante esempio di pellicola fantascientifica, girata con pochi mezzi ma in grado di suscitare vero panico. Nel 1984 esce "Crimes of Passion" che però riceve accoglienza tiepida, sia di pubblico che di critica.
In conclusione, come ha efficacemente sintetizzato il critico Pino Farinotti nel suo Dizionario: "nel cinema di Ken Russell si rintracciano linee comuni (musica e danza quali componenti essenziali di un mondo stilistico) e comuni ossessioni: traumi infantili, impotenza sessuale o creativa, anomalia ed eccesso religioso e sacrilegio e soprattutto un senso acuto e onnipresente della morte. La sua importanza è andata ridimensionandosi nel corso degli anni '80, in cui più che nei progetti visionari ("Gothic", 1986; "L'ultima danza di Salomè", 1988) Russell ha convinto nel thriller ("China Blu", 1984) e in un dramma apparentemente realistico sulle vicissitudini di una prostituta ("Whore-Puttana", 1990). Nel 1991 ha girato il film storico "Prigionieri dell'onore", ambientato nella Francia di fine Ottocento e dedicato al celebre caso del capitano Alfred Dreyfus. Ogni suo film è un mix di eccentricità, fantasie visionarie, kitsch e barocchismo, atrocità che trovano nella biografia di personaggi famosi il modo per esprimersi e rivelarsi. L'analisi psicologica agghiacciante dei geni della musica e della pittura si rivela completamente in linea con gli eccessi visuali del regista".
Ken Russell si è spento all'età di 84 anni a Londra il giorno 27 novembre 2011.
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