Serse Cosmi
Biografia • Uno stregone in panchina
Ecco un allenatore che, come si suol dire, si è fatto da solo. Perugino sanguigno, Serse Cosmi ha sempre coltivato la febbre del calcio con tanta passione, senza spaventarsi più di tanto quando, per molti anni, è stato costretto a fare la gavetta fra i dilettanti; dalla sua ha avuto, allo stesso tempo, l'intelligenza di sfruttare le occasioni fortunate che gli sono capitate. Artefice del recente "miracolo Perugia", è letteralmente idolatrato dai tifosi, oltre che per le sue indubbie qualità, anche per l'aria da personaggio che si è saputo creare (volontariamente o no, questo non importa), grazie al suo immancabile cappellino da basket calato sulla testa (che lo rende riconoscibile anche in mezzo ad uno stadio con migliaia di persone), i suoi modi franchi, le sue grida o il modo in cui gesticola.
Nato nel 1958 a Ponte San Giovanni (nel comune di Perugia, ovviamente), dopo essersi sposato con Rosy, la fidanzata storica, non si mai spostato dai suoi amati luoghi di nascita. Cosmi ha due figli, un maschio e una femmina, non si sa quanto appassionati di calcio.
La carriera di Cosmi parte proprio dal niente. Fin dall'inizio la vita non è stata particolarmente generosa con lui, costringendolo a grandi sacrifici. Rimasto orfano di padre in giovanissima età (deve fra l'altro il suo nome proprio al padre Antonio che, grande appassionato di ciclismo, lo chiama Serse in onore del fratello di Fausto Coppi), rimane solo con la madre Iole, che diventa inevitabilmente il suo punto di riferimento, insieme alle due sorelle più grandi.
Ad offrirgli un appiglio di vita, un modo per evadere è proprio il calcio, di cui diventa un inguaribile appassionato. Inizia come calciatore e in questa veste vivacchia fin quasi hai trent'anni, quando comincia a prendere in seria considerazione l'ipotesi di dedicarsi anche alla formazione di talenti e all'allenamento, una strada che ben si attaglia alla sua personalità carismatica.
Dopo un paio di esperienze positive come allenatore nel settore giovanile dell'Ellera (Pg), viene chiamato sulla panchina della Pontevecchio, la squadra del suo paese. Siamo nell'estate del '90 e Cosmi, ancora poco esperto, trova grandi difficoltà. La Pontevecchio staziona nelle ultime posizioni di classifica. Tutto sembra volgere al peggio, quando, con un' idea bizzarra, riesce a cambiare il corso delle cose. Un giocatore sente parlare di un vecchio signore ottantenne che gestisce un ristorante a Gubbio; si fa chiamare "il baffo" e la gente dice che sia un mago,che effettui pratiche scaramantiche. Perché non provare? Serse porta tutti i suoi uomini da questo pittoresco personaggio. Il mago comincia a eseguire strani rituali: tocca le mani del portiere, accarezza i piedi del centravanti, regala braccialetti portafortuna. La Pontevecchio vince dodici partite consecutive e si salva. Cosmi viene confermato.
Nel tempo riesce a migliorare quello che poi diventerà il suo punto di forza assoluto: il gruppo. Gli episodi, a volte goliardici,che lo vedono coinvolto con i suoi giocatori sono innumerevoli: dalle spaghettate a mezzanotte durante qualche ritiro, a un filmato in cui fa il verso alla nota trasmissione televisiva "Mai dire gol"e che tuttora custodisce gelosamente. In cinque anni porta la squadra nel Campionato Nazionale Dilettanti (l'attuale serie D). Nella stagione 1995/96 viene ingaggiato dall'Arezzo, nobile decaduta che proprio dal Campionato Nazionale Dilettanti ha fretta di tornare nel calcio professionistico. Per scaramanzia Cosmi continua a portare i suoi uomini dal "baffo", la squadra ottiene due promozioni, fino alla serie C1, per poi sfiorare addirittura il passaggio in serie B nella scorsa stagione.
Il resto è storia recente ed è ancor più sorprendente se pensiamo che, come Arrigo Sacchi, non ha un passato da giocatore di primo piano. La sua esperienza è maturata sui campi dilettantistici umbri (Deruta, Cannara, Spello, Pontevecchio) dove, incredibile a dirsi vedendo la grinta che ha adesso, era quasi in-timorito dall'avversario e dalle marcature troppo aggressive.
Nei pochi momenti in cui è libero Serse Cosmi ama uscire con i vecchi amici, oppure torna al campo sportivo del suo paese per guardare gli allenamenti dei giovani. Il suo più grande hobby è cercar funghi nei boschi dell'amata Umbria.
Nel 2000 Cosmi ha ricevuto a Marsciano, il paese natale della madre, dalle mani di Giovanni Trapattoni il "Premio Nestore" come miglior sportivo umbro dell'anno. Un riconoscimento ambito, che in passato è andato ad atleti come il pugile Gianfranco Rosi, il calciatore Fabrizio Ravanelli, il pallavolista Andrea Sartoretti e il cestista Roberto Brunamonti.
Nel 2004 lascia commosso il Perugia per iniziare una nuova avventura in serie B con il Genoa.
Allena poi l'Udinese (2005-2006), il Brescia (2007-2008), il Livorno (2009-2010) e il Palermo (2011).
Frasi di Serse Cosmi
Foto e immagini di Serse Cosmi
Video Serse Cosmi
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Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Serse Cosmi. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Serse Cosmi.
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