Veronica Guerin
Biografia • Il coraggio di scavare nel marcio
Veronica Guerin nasce a Dublino il 5 luglio del 1958. Frequenta una scuola cattolica, in cui rivela la sua passione per lo sport e in particolare per il camogie uno sport simile al lacrosse e per il calcio, che rimarrà una delle sue passioni per tuta la vita. È una grande tifosa del Manchester United. Dopo il diploma in contabilità lavora presso la società paterna come contabile. Alla morte del padre si impiega per sette anni in una società di pubbliche relazioni.
La sua carriera giornalistica inizia nel 1990 con l'impiego prima al Sunday Business Post e poi al Sunday Tribune. Comincia ad occuparsi di cronaca nera presso il Sunday indipendent. Mostra ben presto di avere le qualità della giornalista investigativa, dotata di fiuto e perseveranza al punto da arrivare a fare la posta per ore ai protagonisti delle sue inchieste. Prima di interessarsi al traffico di stupefacenti che flagella Dublino, mette a segno una serie di importanti scoop giornalistici: una intercettazione telefonica tra un uomo politico di primo piano e alcuni componenti del suo partito, varie inchieste di carattere finanziario e una famosa intervista al vescovo di Galway, Eamonn Casey, travolto dallo scandalo di un figlio illegittimo avuto da una giovane americana.
L'inchiesta più importante di Veronica Guerin prende il via dalla constatazione di quanto l'assenza dello stato, impegnato prevalentemente nella risoluzione della questione nord-irlandese, abbia consentito alla criminalità organizzata di espandersi. Nella sola Dublino di quegli anni su una popolazione di neanche un milione di abitanti è possibile contare ben quindicimila giovani tossicodipendenti. Grazie al suo intuito, la giornalista si costruisce una fitta rete di informatori che comprende non solo membri della polizia e del fisco, ma anche malavitosi.
Uno dei suoi informatori più importanti è John Traynor, detto il coach. L'uomo le racconta molte storie: alcune vere ed altre false, inventate con l'unico scopo di ingannarla e renderla meno credibile. Ma Veronica riesce ben presto a distinguere la verità dalle bugie, traendo dal suo informatore le notizie giuste per ricostruire la rete del narcotraffico e portare alla luce i diversi passaggi che eroina e cocaina subiscono prima di arrivare in Irlanda.
La sua attenzione per la legge irlandese, che le impedisce di fare il nome dei narcotrafficanti oggetto delle sue inchieste, la induce ad usare dei cloriti soprannomi come The monk o The penguin. Denuncia il clima di terrore in cui vivono alcuni agenti del fisco, che, in caso di indagini patrimoniali nei confronti dei criminali, rischiano addirittura la vita, e il pessimo stato in cui versano le carceri irlandesi, da cui questi criminali riescono facilmente ad evadere.
Subisce due avvertimenti intimidatori: il primo nel 1994, quando un proiettile rompe i vetri della finestra della sua abitazione mentre gioca con il figlio, e il secondo nel gennaio del 1995 quando viene addirittura gambizzata. Non appena uscita dall'ospedale, Veronica si fa accompagnare dal marito da tutti i boss che conosce per mostrare loro che non sono riusciti ad intimidirla. La polizia le concede una scorta, ma se ne libera dopo pochi giorni perché le rende difficile il suo lavoro investigativo.
La sua sete di verità la porta addirittura a presentarsi a casa di uno dei boss più pericolosi: John Gilligan, detto Factory John. L'uomo reagisce alle sue domande con violenza inaudita e la picchia provocandole ferite al volto e al busto. Veronica Guerin lo denuncia. Pur presa dalle difficoltà e dalla pericolosità del suo lavoro è sempre attenta alle necessità del suo unico figlio Cathal e di suo marito Graham. Tutte le domeniche mattina, puntuale come un orologio, va ad ascoltare la funzione nella chiesa dell'aeroporto di Dublino.
Purtroppo a seguito della sua denuncia, Giligan decide di eliminarla e paga due sicari per ucciderla. Il 26 giugno del 1996, mentre attende che il semaforo diventi verde, viene uccisa da sei colpi di pistola su una delle strade principali di Dublino, la Naas Road.
Gilligan viene arrestato a Londra ed estradato in Irlanda. Purtroppo non può essere accusato dell'omicidio della giornalista per mancanza di prove, ma viene condannato a 28 anni per traffico di stupefacenti, poi diventati 33 per un reato commesso in carcere.
La morte di Veronica Guerin, grazie anche all'ondata di partecipazione popolare che ne segue, non è avvenuta invano: la sua proposta di costituire una commissione interna che colleghi polizia, fisco e dogana, detta CAB (Criminal Assets Bureau), viene attuata, e l'istituzione di questa commissione consente di sequestrare proprietà illecite per decine di milioni di sterline.
Grazie alle investigazioni messe in atto dal CAB, viene introdotto per la prima volta un programma di protezione testimoni e molti dei narcotrafficanti sono costretti a fuggire all'estero. Tra questi anche l'informatore principale di Veronica, che pare viva nel sud della Spagna da dove continua a dirigere il narcotrafffico verso l'Irlanda.
Nel 2001 nel parco Coach house Garden è stato inaugurato un busto della coraggiosa reporter che reca la scritta "Be not afraid" (Non abbiate paura).
Nel 2003 il regista Joel Schumacher gira il film biografico "Veronica Guerin - Il prezzo del coraggio", nel quale è Cate Blanchett a vestire i panni della giornalista irlandese.
Foto e immagini di Veronica Guerin
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