Mino Reitano
Biografia • Temi d'amore nazionale
Beniamino Reitano, noto come Mino nasce a Fiumara (Reggio Calabria) il giorno 7 dicembre 1944. Fin dalla nascita è orfano della madre la quale muore a 27 anni nel darlo alla luce. Il padre Rocco (1917 - 1994) è ferroviere; nel tempo libero suona il clarinetto ed è direttore della banda musicale del paese di Fiumara. Mino studia per otto anni al conservatorio di Reggio suonando il pianoforte, il violino e la tromba.
A dieci anni è ospite della trasmissione televisiva "La giostra dei motivi", presentata da Silvio Gigli. Muove i primi passi della sua carriera musicale dandosi al rock and roll insieme ai suoi fratelli Antonio Reitano, Vincenzo (Gegè) Reitano e Franco Reitano (il nome del complesso varia tra Fratelli Reitano, Franco Reitano & His Brothers, Beniamino e i Fratelli Reitano), e con loro partecipa al Festival di Cassano Jonico ed alla Rassegna della musica calabrese.
Incide il suo primo 45 giri nel 1961: il disco contiene i brani "Tu sei la luce" e "Non sei un angelo", che gli procura il primo trafiletto su una rivista nazionale, TV Sorrisi e Canzoni (n° 32 del 6 agosto 1961, pag 36).
Alla fine dello stesso anno si trasferisce in Germania, dove il gruppo è scritturato per una serie di esibizioni, tra cui un club in cui suonano insieme ai Beatles (all'epoca si chiamavano "The Quarrymen" ed erano ai loro esordi). Rimasto lontano dall'Italia per un anno e mezzo, torna per pubblicare nel 1963 il suo secondo 45 giri, "Robertina twist" e il terzo, "Twist time", che passano però inosservati.
Continua allora a suonare in Germania, anche nei locali della famosa strada Reeperbahn di Amburgo, e a pubblicare in quel paese alcuni dischi, inediti in Italia, con il nome di Beniamino'.
Nel 1965 partecipa al Festival di Castrocaro, cantando in inglese "It's over", un pezzo di Roy Orbison: non vince ma arriva in finale.
Ottenuto un contratto con la Dischi Ricordi pubblica nel 1966 "La fine di tutto", versione in italiano di "It's over", e l'anno successivo debutta al Festival di Sanremo con una canzone scritta da Mogol e Lucio Battisti, "Non prego per me", in coppia con The Hollies, il gruppo di Graham Nash.
In estate partecipa con "Quando cerco una donna" al Cantagiro 1967. Passa poi alla Ariston Records di Alfredo Rossi e nel 1968 è in hit parade con "Avevo un cuore (che ti amava tanto)" e "Una chitarra cento illusioni", che supera le 500.000 copie vendute. È grazie al successo di questi brani che acquista insieme a papà Rocco e ai fratelli un appezzamento di terreno ad Agrate Brianza dove viene costruito quello che viene definito il "Villaggio Reitano", che dal 1969 ospita le diverse generazioni della famiglia Reitano.
Nello stesso anno scrive una delle sue canzoni più significative, "Il diario di Anna Frank", portata al successo dai Camaleonti.
Nel 1969 Reitano ritorna al Festival di Sanremo con "Meglio una sera piangere da solo" (in coppia con Claudio Villa); nello stesso anno scrive la musica di "Una ragione di più", portata al successo da Ornella Vanoni e pubblica l'LP "Mino canta Reitano", che contiene tra le canzoni una cover di "Prendi fra le mani la testa", successo di Riki Maiocchi scritto sempre dalla coppia Mogol-Lucio Battisti.
Altro successo del periodo è "Gente di Fiumara", canzone dedicata al suo paese natale. Sempre nel 1969 ottiene un buon successo come autore con "Perché l'hai fatto", con testo di Donata Giachini, incisa da Paolo Mengoli (che diventa il brano più noto del cantante).
Dal 1970 al 1975, partecipa a sei edizioni consecutive di "Un disco per l'estate", superando sempre la fase eliminatoria. La sua prima partecipazione è con "Cento colpi alla tua porta", nel 1971 vince l'ottava edizione della nota manifestazione canora con "Era il tempo delle more", uno dei suoi dischi più venduti; torna a Saint Vincent (dove si svolgevano le finali di Un disco per l'estate) nel 1972 con "Stasera non si ride e non si balla" (ottavo posto in finale), nel 1973 con "Tre parole al vento" (terzo posto in finale), nel 1974 con "Amore a viso aperto" (semifinalista) e nel 1975 con "E se ti voglio" (terzo posto in finale).
Sono gli anni in cui inanella una serie di ottimi piazzamenti e riconoscimenti (Cantagiro, Festivalbar, dischi d'oro e tournée in tutto il mondo). Partecipa inoltre per otto anni a Canzonissima, guadagnandosi sempre la finale e classificandosi tra i primi posti.
Nel 1971 Mino Reitano recita anche in uno spaghetti western, "Tara Poki" di Amasi Damiani, incidendo anche la canzone principale della colonna sonora, "La leggenda di Tara Poki". Tre anni dopo incide "Dolce angelo", cover di "Sugar baby love", successo dei The Rubettes, e l'anno successivo pubblica un album, "Dedicato a Frank", in cui in copertina si fa ritrarre con Frank Sinatra. Ha poi il grande onore di duettare insieme allo stesso Frank Sinatra a Miami durante il concerto per i festeggiamenti del capodanno 1974.
Non mancano le partecipazioni in numerosi show televisivi e la composizione di sigle musicali, tra cui la più nota è "Sogno", dal programma Scommettiamo?, condotto da Mike Bongiorno sulla prima rete Rai nel 1976. Nello stesso anno scrive un romanzo intitolato "Oh Salvatore!", storia di un emigrante con alcuni spunti autobiografici, pubblicato dalle Edizioni Virgilio di Milano.
Nel 1977 partecipa al Festivalbar con "Innocente tu"; la canzone sul lato B si intitola invece "Ora c'è Patrizia", ed è dedicata a quella che diventerà sua moglie.
Con i fratelli fonda una casa di edizioni musicali, la Fremus (che sta per Fratelli Reitano Edizioni Musicali), che gestirà il fratello Vincenzo, dando vita anche ad una casa discografica.
Nel 1973 scrive una canzone che partecipa e vince lo Zecchino d'oro, "La sveglia birichina": il brano ottiene un notevole successo presso i bambini, anche nell'interpretazione di Topo Gigio, che la incide. Scrive inoltre "Ciao amico", che dal 1976 al 1984 diventa la sigla del festival canoro.
Nel 1978 torna alle canzoni per bambini, ed incide "Keko il tricheco per" l'etichetta Eleven, di proprietà dei maestri Augusto Martelli ed Aldo Pagani, la sua nuova casa discografica.
Nel 1980 pubblica due 45 giri con altre canzoni per bambini, "In tre" (con sul retro una sua versione di "La sveglia birichina") e un intero album (Le più belle canzoni per bambini), cantando brani come "Lettera a Pinocchio", "Bibbidi bobbidi bu" e "I sogni son desideri".
Nel 1988 si ripresenta a Sanremo cantando "Italia", scritta all'inizio per Luciano Pavarotti da Umberto Balsamo. Con questa canzone, che esprime in maniera un po' enfatica l'amore di Reitano per il suo Paese, arriva solo sesto ma il pezzo è particolarmente apprezzato dal pubblico.
Al Festival della canzone italiana andrà poi nel 1990 (15° con "Vorrei"), nel 1992 ("Ma ti sei chiesto mai", ma non accederà in finale) e nel 2002 (con "La mia canzone".
Come attore la sua partecipazione più significativa è un cameo nel 1996 nel film "Sono pazzo di Iris Blond" (di Carlo Verdone, con Claudia Gerini), nel quale interpreta se stesso con discreta autoironia.
Nel 2007 gli viene diagnosticato un cancro all'intestino: affronta serenamente la malattia anche grazie al conforto della sua profonda fede cattolica. Subisce due interventi chirurgici, l'ultimo nel novembre 2008. Nonostante le cure, ad Agrate Brianza il 27 gennaio 2009, Mino Reitano si spegne guardando la pioggia nel buio dalle finestre della sua casa, con la mano nella mano della moglie Patrizia.
Pochi mesi dopo le Poste Italiane emettono un francobollo a lui dedicato, terzo di una serie di tre valori della storia musicale italiana: gli altri due francobolli della serie erano stati dedicati a Luciano Pavarotti e Nino Rota.
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