Susanna Agnelli
Biografia • Un secolo italiano
Susanna Agnelli nasce a Torino il 24 aprile 1922, figlia di Edoardo Agnelli (1892-1935) e di Virginia Bourbon del Monte (1899-1945); terza di sette figli, insieme ai fratelli Umberto e Gianni Agnelli, Susanna è stata un'esponente di spicco della famiglia torinese proprietaria della FIAT. Ha solo 14 anni quando perde il padre in un incidente in mare.
Ventenne, durante la Seconda guerra mondiale entra nella Croce Rossa per portare il suo aiuto sulle navi che trasportano soldati feriti. Alla fine della guerra sposa il conte Urbano Rattazzi da cui avrà sei figli: Ilaria, Samaritana, Cristiano (che in futuro si occuperà a Buenos Aires della Fiat argentina), Delfina, Lupo e Priscilla. La coppia divorzierà nel 1975, dopo aver vissuto diverso tempo in Argentina (fino al 1960).
Si dedica alla politica e dal 1974 al 1984 è sindaco del comune di Monte Argentario (Grosseto). Nel 1976 viene eletta deputato, e nel 1983 senatore nelle liste del Partito Repubblicano Italiano.
Susanna Agnelli durante la sua carriera politica parlamentare ha ricoperto la carica di sottosegretario agli Esteri dal 1983 al 1991, sotto varie presidenze del Consiglio.
Successivamente ricopre il ruolo di Ministro degli Esteri - prima ed unica donna nella storia italiana ad accedere al dicastero della Farnesina - durante il governo guidato da Lamberto Dini tra il 1995 e il 1996.
Già laureata in lettere, nel 1984 riceve una laurea honoris causa in Legge dalla Mount Holyoke University del Massachusetts (USA).
Eletta alle elezioni europee del 1979 per le liste del Pri (Partito Repubblicano Italiano), in ambito comunitario è stata membro della Commissione per le relazioni economiche esterne. Ha aderito al gruppo parlamentare liberaldemocratico, rimanendo in carica fino all'ottobre 1981.
Negli anni '70 è presidente del Wwf e negli anni '80 è l'unico membro italiano all'ONU della "Commissione mondiale per l'ambiente e lo sviluppo" (Rapporto Brundtland).
Ha scritto diversi libri: come scrittrice e memorialista viene ricordata soprattutto per la sua autobiografia intitolata "Vestivamo alla marinara" (1975), divenuta un best-seller in Italia come all'estero. Tra gli altri titoli: "Gente alla deriva" (1980), "Ricordati Gualeguaychu" (1982), "Addio, addio mio ultimo amore" (1985). Per diversi anni ha inoltre curato una rubrica di posta intitolata "Risposte private" sul settimanale Oggi.
Susanna Agnelli è stata anche presidente del Comitato direttivo di Telethon onlus, sin dali primi anni '90, quando maratona benefica è arrivata in Italia. Nel 1997 fa nascere la fondazione "Il faro", organizzazione che ha l'obiettivo di insegnare un mestiere a giovani in difficoltà italiani e stranieri, consentendo loro di acquisire capacità professionali spendibili sul mercato.
Susanna Agnelli muore a Roma all'età di 87 anni, il 15 maggio 2009, all'ospedale Gemelli, dopo il ricovero per i postumi di un intervento traumatologico subito qualche settimana prima.
Di lei il giornalista Enzo Biagi ebbe modo di scrivere: "È una donna coraggiosa che ha soprattutto un merito, la sincerità".
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