Daniel Day-Lewis
Biografia • Nella storia del cinema, in punta di piedi
Daniel Day-Lewis nasce a Londra il 29 aprile 1957 figlio di due artisti, il poeta e scrittore irlandese Cecil Day Lewis (famoso soprattutto per i suoi romanzi polizieschi firmati con lo pseudonimo Nicolas Blake) e l'attrice di teatro Jill Balcon di origine britannica. La sorella è una conduttrice e documentarista televisiva di successo.
Verso la carriera di attore
Daniel vive fin da bambino in un ambiente stimolante e carico di riferimenti artistici ed espressivi. Studia prima nel Kent alla Sevenoaks School dove incorre in alcuni problemi con la disciplina del posto. La Sevenoaks, infatti, è la più antica scuola del Regno Unito e le sue regole e tradizioni non possono che essere in contrasto con la personalità eclettica e talentosa di Lewis che fin da piccolo mostra una forte propensione all'individualismo. In seguito studia a Londra alla Bedales School, in cui trova un luogo più confacente alle sue esigenze. A quattordici anni svolge una piccola parte nel film "Domenica, maledetta domenica" di John Schlesinger; è un piccolo contributo, interpreta un teppistello, ma l'approccio con il cinema e in particolare con la recitazione lo stimolano ad approfondire questo percorso.
L'amore per il teatro e l'esperienza del cinema
Il primo amore, seguendo anche le orme della madre, è con il teatro. Nei successivi vent'anni, infatti, recita soprattutto in teatro e con tre grandi compagnie che gli permettono di affinare le sue doti attoriali e la sua propensione per ruoli introspettivi e camaleontici. Durante questa esperienza interpreta anche alcuni piccoli ruoli in film importanti come "Gandhi" di Richard Attenborough, "Bounty" di Roger Donaldson e "Another Country" di Marek Kanievska, rispettivamente del 1982 e del 1984. Il suo talento, però, non riesce a liberarsi completamente e la sua recitazione viene notata ma non supera il confine di pochi fan e di qualche critico.
Il vero successo, invece, arriva con il ruolo del punk anticlericale di "My Beautiful Laundrette" di Stephen Frears e in "Camera con vista" di James Ivory in cui interpreta Cecyl Vyse, corteggiatore dell'aristocratica Bonham Carther durante un viaggio a Roma.
Ma è nell'interpretazione de "Il mio piede sinistro" che Daniel Day-Lewis mostra tutta la sua straordinaria energia e la sua impressionante capacità di immergersi in modo completo in un ruolo. In questo film, infatti, interpreta un ragazzo che fin dalla nascita può muovere solo un piede, il sinistro, con il quale scrive, dipinge e comunica. Il film lo porta a vincere il premio Oscar come migliore attore protagonista.
Daniel Day-Lewis e il successo popolare
Da questo punto in poi la carriera di Daniel Day-Lewis cambia completamente. Non è più solo un attore famoso è ma è anche un attore popolare. Il suo carattere lo allontana dalla ribalta; cerca la concentrazione e i luoghi appartati. Non vive a Los Angeles o a Londra ma si ritira in campagna rifiutando la miriade di proposte che gli arrivano dopo la vittoria della statuetta.
Nel 1992 esce "L'ultimo dei Mohicani", film che gli regala ancora più popolarità, facendolo diventare uno degli attori più richiesti.
L'anno seguente, nel 1993, esce "Nel nome del padre" dove Daniel Day Lewis interpreta il ruolo di un figlio difficile accusato ingiustamente di strage. L'interpretazione gli vale un'altra nomination all'Oscar. Nei primi dieci anni del nuovo millennio sono tre i film che gli permetto di esprimere appieno il suo talento: "Gangs of New York" di Martin Scorsese del 2002 in cui interpreta il ruolo di un macellaio a capo di una delle gang; "The ballad of Jack and Rose" del 2005 diretto dalla moglie Rebecca Miller, figlia del drammaturgo Arthur Miller.
Poi è la volta de "Il petroliere" di Paul Thomas Anderson: Day-Lewis offre la magistrale interpretazione di un petroliere cinico e senza scrupoli. Questo ruolo gli vale il secondo Oscar: la sua interpretazione entra a buon diritto fra le migliori della storia del cinema.
La personalità di Daniel Day-Lewis è complessa e particolarmente adatta a ruoli introspettivi di notevole forza espressiva.
Daniel Day-Lewis negli anni 2010
Dopo il film "Nine", per la regia di Rob Marshall (2009), interpreta il presidente americano Abraham Lincoln in "Lincoln", per la regia di Steven Spielberg (2012). L'ultimo lavoro di Daniel Day-Lewis, prima di ritrarsi dalle scene, è "Il filo nascosto" (Phantom Thread), di Paul Thomas Anderson, del 2017..
Frasi di Daniel Day-Lewis
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