Kristian Ghedina
Biografia • Velocità, necessità
Kristian Ghedina (Per gli amici Ghedo, per i suoi concittadini affettuosamente "Kristian d'Ampezzo"), genuino ragazzo di Cortina d'Ampezzo (nota località sciistica), nasce il 20 novembre 1969... praticamente sulle piste da sci. Discesista, è stato uno degli atleti di punta della nazionale azzurra negli anni '90.
La stagione agonistica che lo ha lanciato nell'olimpo della discesa libera risale al 1990-91, quando il giovane e impetuoso puledro ampezzano centrò in Val Gardena il primo podio. Quell'anno colse due vittorie, la prima attraverso memorabili discese su quelle "Tofane" che conosceva così bene e che sono quasi la sua seconda casa, poi con irresistibili vittorie in Svezia ad Are.
Purtroppo un'infortunio a metà stagione gli fa saltare la parte centrale del circuito, annullandogli di fatto la possibilità di competere per la Coppa di specialità. Ma i guai dello spericolato Ghedina non finiscono qua, il destino sembra accanirgisi contro. Inarrestabile sulle piste da sci, viene fermato nella più prosaica e meno affascinante autostrada, una "pista" grigia e monotona che sa riservare amare sorprese anche a quelli abituati alle velocità più folli. Nel 1993, infatti, un grave incidente automobilistico non gli permette di affrontare altre gare e di affermarsi definitivamente.
Costretto a letto, inattivo ma indomito, sogna di tornare presto ad inforcare gli sci e di prendersi la meritata rivincita. Nel 1995 però, quando riappare sulle piste, è lecito domandarsi se due anni di ferma forzata non possano aver influito in modo irreparabile sulla sua tempra. Fortunatamente torna a vincere a Wengen, diventando anzi il punto di riferimento della leggendaria squadra azzurra di discesa, l'Italia (soprannominata "Italjet", un appellativo che dice tutto), di mostri sacri come Runggaldier, Vitalini e Perathoner.
A partire da quel trionfo collezionerà altri nove successi (tra cui un Super-G), diventando con "Lucio" Alphand (suo caro amico), Franz Heinzer ed Hermann Maier, tra i più forti discesisti dal 1990; il Francese, però, per pochi punti, avrebbe poi soffiato la Coppa di discesa al talentuoso collega ampezzano.
Ma quali sono le caratteristiche che hanno reso così forte lo sciatore bellunese? A detta degli esperti, la caratteristica che lo ha reso un campione, è la "scorrevolezza": pochi al mondo sanno ridurre al minimo gli attriti sulla neve. Anche per questo, ai tracciati assai angolati e ghiacciati, predilige la neve morbida e i curvoni veloci. Soffre la scarsa visibilità; d'altronde senza veder bene la fisionomia del tracciato non può assecondarlo e accarezzarlo come sa.
Lui stesso, a questo proposito, ha confessato:
Io di sfortuna ne ho avuta tanta, soprattutto con le condizioni del tempo. In diverse gare mi è capitato di partire con il brutto tempo che poi è migliorato subito dopo, quando sono scesi atleti solo due o tre numeri dopo di me. Per diverse circostanze penso di essere stato nel complesso abbastanza sfortunato, ma fa parte del gioco e bisogna continuare a provare. Quando c'è cattiva visibilità ho un freno interiore che non dipende proprio dalla vista, e che mi fa andare più piano. Mi irrigidisco molto e di conseguenza subisco la pista e non riesco a lavorare bene tutte le ondulazioni e i dossi, perdo del tempo e in linea di massima in tutte le gare con il brutto tempo sono sempre andato abbastanza male.
Questo problema con la visibilità è sorto proprio in conseguenza del terribile incidente automobilistico precedentemente citato.
Ghedina ha vinto quasi tutte le classiche, ma tra le sue vittorie ricordiamo, in un breve riassunto, quando nel 1998 domò la Streif di Kitz, la Discesa per antonomasia, e il tris sulla Sassolong della Val Gardena. Più volte campione italiano di libera e Super-G, ha conquistato il bronzo ai mondiali di Saalbach nel 1991 in combinata, il bronzo ai mondiali del Sestrieres nel 1997 in discesa e l'argento in discesa nel 1996 a Sierra Nevada.
Da quel lontano 1998, però, la carriera di Ghedina non ha più visto altri fulgidi esempi di gare condotte alla grande, in un preoccupante stand-by agonistico. Un infortunio avuto in Argentina durante un allenamento estivo ha poi tenuto il campione ampezzano lontano dalle piste di gara del circuito di Coppa del Mondo.
Nel 2002, dopo tante delusioni, Kristian Ghedina è tornato alla vittoria. L'azzurro ha fatto sua la gara di super-G ai Campionati italiani di sci alpino di Piancavallo (Pordenone). Si tratta del suo nono titolo tricolore, il terzo in super-G (gli altri sei li ha conquistati nella discesa libera), a dodici anni dal primo, conquistato nel 1990.
Nella stagione 2005/2006 è stato l'atleta più anziano tra i partecipanti alla Coppa del Mondo di sci alpino, la sedicesima per lui. Per un breve periodo ha persino detenuto il record assoluto di atleta più anziano, salito sul podio di Coppa del Mondo.
Il 26 aprile 2006 ha annunciato il ritiro dalle gare di sci per dedicarsi all'automobilismo, tanto per dimostrare che per lui la velocità è una necessità quasi fisiologica.
Già in passato appassionato di rally, corre nel Campionato Italiano Superturismo con il team BMW e l'F3000 International Masters 2006 a bordo di una Lola B99/50 della Scuderia Bigazzi. Ha esordito anche nel Porsche Supercup, con il Morellato Stars Team. Si ritira dalle corse nell'estate del 2011.
Negli anni seguenti lavora come allenatore nelle specialità sciistiche di velocità: discesa libera, e superG. Il suo allievo di punta è il campione croato dello sci alpino Ivica Kostelić. Nel 2014 Kristian Ghedina fonda una scuola sci a Cortina d'Ampezzo. Nel 2021 è ambassador delle Olimpiadi Invernali che si svolgono proprio a Cortina.
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