Peppino Prisco
Biografia • Pungente ironia meneghina
Giuseppe Prisco, per tutti Peppino, di origini napoletane, nasce a Milano il 10 dicembre 1921.
A diciotto anni si arruola nel corpo degli alpini: durante la Seconda Guerra Mondiale combatte sul Fronte Russo come ufficiale della divisione Julia. Partecipa alla campagna di Russia: su un gruppo di 53 ufficiali sarà uno dei tre superstiti.
Medaglia d'argento al valore militare, dalla fine della guerra sarà per lui sempre cara la periodica adunata delle "penne nere".
Si laurea in Giurisprudenza nel 1944 e viene iscritto all'Albo degli Avvocati il 10 maggio 1946. Sposato con Maria Irene, da lei avrà due figli: Luigi Maria e Anna Maria.
Principe del Foro di Milano, è stato a lungo uno dei più noti avvocati penalisti; per anni è stato presidente dell'Ordine degli Avvocati milanese.
Dal 1980 al 1982 è consigliere dell'istituto di credito Banco Ambrosiano Veneto.
Ma il grande pubblico lo ricorda soprattutto per esser stato uno dei più grandi ed emblematici tifosi interisti che la città meneghina abbia mai ospitato. Il suo nome è legato alla società calcistica dal 1963, anno in cui è diventato vicepresidente dell'Inter.
In oltre mezzo secolo di vita societaria Peppino Prisco, con brillante e intelligente cultura, e con frizzante ironia, è stato al fianco di cinque diversi presidenti: da Carlo Rinaldo Masseroni ("Guidava la società come un padre di famiglia, divenni segretario nonostante la sua diffidenza") ad Angelo Moratti ("Mi incaricò di fare il portavoce nei dopo-partita perché era stufo di pagare le multe di Herrera"), da Ivanoe Fraizzoli ("Un vero amico, in tribuna, avevamo i posti vicini, peccato non abbia avuto i trionfi che meritava") a Ernesto Pellegrini ("Mi onorava di considerarmi un fratello maggiore"), fino a Massimo Moratti ("L'erede legittimo alla presidenza").
Nel 1993 pubblica il libro "Pazzo per l'Inter. Un sogno lungo 62 anni".
Noto per la sua ironia pungente e il suo sorriso sarcastico, l'attore Teo Teocoli - notoriamente tifoso milanista - ne fa una spassosa imitazione, annoverandolo tra i suoi personaggi più riusciti, e i giornalisti sportivi fanno a gara per raccogliere le sue battute alla fine delle gare.
Il 9 dicembre 2001 appare in televisione, nella trasmissione Controcampo su Italia 1. Il giorno seguente, in occasione del suo ottantesimo compleanno, sul sito Internet di Ronaldo appare uno spiritoso messaggio in cui ringrazia "il Fenomeno" per avergli fatto il più bel regalo di compleanno, con il suo ritorno al gol dopo due anni di sofferenze ("Mi ricordi Peppino Meazza").
Due giorni dopo, il 12 dicembre 2001, alle 4 del mattino, muore a Milano a causa di un infarto.
Nel 2004 per rendere omaggio alla memoria dell'avvocato, l'Inter ha organizzato la I edizione del Premio Letterario "Peppino Prisco", dal cui brano vincitore è stata tratta ispirazione per la campagna abbonamenti F.C. Internazionale 2005/06.
Tra le sue battute più famose ricordiamo:
"La gioia più grande? Scontata. Il Milan in B. E per ben due volte: una... a pagamento e una... gratis. Sono dell'idea che una retrocessione cancelli almeno cinque scudetti conquistati e che la vittoria di una Mitropa Cup elimini i residui."
"La speranza per il futuro? Vorrei che chi mi incontra per strada mi gridi in faccia: "Peppino campione d'Italia". Sogno lo scudetto. E, visto che ci sono, anche il Milan di nuovo in serie B. Cosi mi vendico anche di Teo Teocoli. Uno bravo che mi imita bene e con simpatica correttezza. Mi mette di buon umore. Giacca da camera a parte."
"L'interista più simpatico? Giacinto Facchetti. Fece un gol al Napoli in mezzo alla nebbia e venne a cercarmi a bordo campo per abbracciarmi. Ci mise tre minuti per trovarmi.".
Di lui hanno detto:
"Un personaggio unico. Per l'Inter è davvero una grave perdita. L'avvocato incarnava quello che rappresenta questa squadra nel mondo del calcio. Era lui il vero primo tifoso nerazzurro. Sarà una mancanza importante".
Giuseppe Bergomi
"L'umanità della persona era la cosa che colpiva più di tutte. Un uomo onesto, un appassionato, un supertifoso dell'Inter che, grazie alla sua simpatia e all'ironia, sapeva conquistare tutti. Sempre con la battuta pronta."
Alessandro Altobelli
"Gli ero molto affezionato. Lo conoscevo da quando ero piccolo. Brillantissimo. Apparteneva a quel mondo di gente, intelligente, arguta, sempre spiritosa, capace di trovare l'ironia in ogni circostanza. Un dirigente che sapeva attirare l'attenzione anche dei tifosi delle altre squadre. D'altronde, le persone intelligenti e che amano la loro bandiera non possono non essere stimati dagli avversari, anche se spesso vengono contestati".
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