Craig David
Biografia • Anima e talento
Re dell'UK Garage e two-step, fenomeno dell'R&B britannico, nuovo profeta del soul con groove. Craig David è tutto questo e molto di più, un talento della musica black d'Oltremanica dai modi gentili e dallo sguardo che incanta.
È lui che - appena diciannovenne - nell'arco di una notte ha reso il criptico inno dei club londinesi "Re-e-wind, when the crowd say 'Bo, Selecta'!" un'incitazione internazionalmente riconosciuta come: "esultate e scatenatevi nelle danze".
Ed è proprio nelle danze che nell'estate del 2000 ci siamo scatenati.
Nato come Craig Ashley David a Southampton il 5 maggio 1981, trascorre gran parte della sua giovinezza con un taccuino e una penna, scarabocchiando testi e melodie. Spesso riesce a sottrarsi al controllo della madre per perdersi nel suo passatempo preferito: la musica. Le sue prime influenze musicali sono R. Kelly, Donnell Jones e Terence Trent D'Arby. A 14 anni già l'MC in una radio pirata locale, PCRS 106.5 FM, oltre ad impadronirsi dei microfoni ai club più grandi della sua zona, passando più tardi agli stessi piatti.
I suoi set sono principalmente R&B, ma presto si trova attratto dall'energia della garage, genere musicale emergente negli anni '90, caratterizzato da bassline reggae pesanti e tempi accelerati. È a questo punto che incontra Mark Hill ("metà" degli Artful Dodger): qui inizia l'evoluzione. Il suo materiale fa già capolino nei negozi dopo che la madre lo obbliga a partecipare a un concorso nazionale di scrittura (sarà lui il vincitore).
Comincia a lavorare in studio recandosi a Londra ogni weekend; incide il primo singolo, "Human", cover della famosa hit degli Human League, rivisitata in versione R&B. È senza dubbio la sua partnership con Mark Hill che gli dà la necessaria spinta iniziale: nasce "What ya gonna do", poi trasformatasi in "Rewind", la canzone che nell'estate 2000 si guadagna lo status di urlo epico del popolo della notte di tutta Inghilterra (ma anche di Ibiza) e che al già citato grido di "When the crowd say 'bo, selecta'!" dà risonanza mondiale all'UK garage.
La sua fama giunge in un batter d'occhio alle orecchie dei talent scout della Wildstar, la casa discografica indipendente che gli propone subito un contratto. "Fill me in" prende d'assalto le classifiche nazionali, andando direttamente al numero uno e rendendo Craig David l'artista solista britannico più giovane a conquistare la vetta delle classifiche. La traccia è il suo primo sforzo da solista e si rivela un'eccellente porta d'ingresso, ricco di arrangiamenti, cambi di accordatura, melodie trascinanti, acrobazie vocali e testi che toccano un po' tutti, grandi e piccini.
"7 Days" segue a ruota e anticipa l'uscita dell'album d'esordio, "Born to do it", nel settembre 2000. In patria è subito un successo: verso la fine del 2000 il giovane Craig si aggiudica il primato delle nomination (ben 6!) ai Mobo Awards (i premi UK per la musica di origini black) e delle vincite. Anche l'Italia ? di solito non molto reattiva a certe sonorità ? la Craig-fever comincia a contare le prime "vittime".
Nel febbraio 2001, nonostante le ottime premesse, arriva la prima scottante sconfitta: le sei candidature ai Brit Awards (è l'artista più nominato) si trasformano in zero statuette portando così a una serie di polemiche infinite che affollano tutti i tabloid britannici.
Ma cosa conta un trofeo, per quanto iridato, quando si ha il consenso del pubblico? I suoi concerti (fra cui un esclusivissimo MTV Live a Rotterdam) sono gremiti di migliaia di fan adoranti; "Born to do it" raggiunge quota 7 milioni di copie vendute, diventa disco di platino e multi-platino in più di 20 paesi nel mondo; i suoi colleghi d'alto rango ne tessono le lodi, primi fra tutti Sir Elton John e Bono, leader degli U2.
Tutta questi riconoscimenti non lo distraggono dal cammino intrapreso. Comincia a lavorare al secondo album in studio, mentre è in tour promozionale negli States e riceve il plauso dei suoi idoli di gioventù: Janet Jackson, Stevie Wonder, Usher, ma anche delle regine dell'hip hop e R&B: Missy Elliott, Beyoncé e Jennifer Lopez.
Dopo tanta attesa nell'ottobre 2002 il ritorno sulle scene di Craig è annunciato dal singolo "What's your flava", brano contagioso di p-funk e rap, con vocal sensualmente metallici. Poco dopo, a inizio novembre, è la volta dell'LP, "Slicker than your average", fortemente influenzato dal sound heavy bass dell'R&B e ancora più urban del precedente. Al collaboratore storico Mark Hill si aggiungono i remixer The Ignorants e un ospite d'eccezione: Sting, che canta con lui "Rise & fall", costruita sulla melodia di "Shape of my heart" dell'ex-Police. Il pezzo narra dell'ascesa istantanea al successo e del pericolo di cadere dalla vetta, una volta in cima: una sorta di promemoria per ricordarsi di mantenersi ancorati al terreno anche sull'onda dei suoi strepitosi successi.
Gli album successivi sono "The Story Goes..." (2005) e "Trust Me" (2007). Poi nel 2008 esce il suo primo "Greatest Hits", che contiene anche l'inedito "Walking Away", cantato in coppia con l'italiano Nek.
Foto e immagini di Craig David
Commenti
Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Craig David. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Craig David.
Commenti Facebook
Argomenti e biografie correlate
Elton John Bono U2 Idoli Stevie Wonder Beyoncé Jennifer Lopez Sting Nek Musica