Francesco Storace
Biografia • Anima sociale
Francesco Storace nasce a Cassino il 25 gennaio 1959. Sposato, con una figlia, è stato Deputato nella XII e nella XIII legislatura.
Storace inizia giovanissimo l'attività politica con il Movimento Sociale Italiano (Msi), impegnandosi subito nel sociale e avvicinandosi presto al mondo del giornalismo.
Negli anni '70 è uno dei leader del Fuan, l'associazione degli universitari missini. Giornalista professionista, lavora per anni al "Secolo d'Italia", l'organo del partito.
Al "Secolo d'Italia" percorre tutti i gradini, fino ad arrivare all'incarico di Capo dei servizi parlamentari.
Quando Gianfranco Fini diventa segretario, Storace è capo ufficio stampa. Cattolico praticante, un carattere sanguigno e poco incline a compromessi, Storace incarna l'anima sociale della destra. È lontano dall'ala "movimentista" di Pino Rauti, ma anche dallo stile aggressivo di Teodoro Buontempo.
Partecipa con convinzione all'evoluzione dell'Msi in Alleanza Nazionale, al Congresso di Fiuggi del gennaio 1995.
Eletto deputato per la prima volta nel 1994 - nel collegio numero 21 della Circoscrizione Lazio - viene riconfermato nel 1996.
Il suo interesse per il mondo della comunicazione lo porta prima alla vicepresidenza e poi alla presidenza della Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Qui Storace si batte per l'affermazione del pluralismo e mostra doti di grande equilibrio, mettendo spesso d'accordo maggioranza e opposizione nell'interesse di tutti i cittadini.
In questa veste si procura il soprannome di "epurator" per i suoi attacchi ai dirigenti della Rai sospettati di essere faziosi. In seguito fa parte anche della Commissione Cultura e della Commissione Antimafia.
Come presidente della federazione romana di An, è il principale sostenitore della candidatura di Silvano Moffa alla provincia nel 1998. La vittoria del "suo" candidato contro Pasqualina Napoletano segna l'inizio della riscossa del centrodestra nel Lazio.
Due anni dopo, il 16 aprile 2000, è lo stesso Storace a vincere le regionali contro Piero Badaloni. Un sucesso eccezionale per differenza di voti (circa 200 mila), per quantità di voti ricevuti (quasi un milione e mezzo), per preferenze personali (centomila in più rispetto alla coalizione politica che lo sosteneva) ma soprattutto per capacità di "recupero": i sondaggi all'inizio della campagna davano Badaloni vincente con un margine di quasi il 30 per cento di voti.
Una volta eletto "governatore" del Lazio, Storace presta grande attenzione alla comunicazione, affidando la "promozione" del suo governo ad un team di esperti che già lo avevano aiutato durante la campagna elettorale. Anche il suo soprannome cambia da "epuretor" a "moderator".
Candidato dalla coalizione di centro-destra alla presidenza della Regione Lazio, nelle elezioni del 3 e 4 aprile 2005 è stato sconfitto dal candidato dell'Unione di centro-sinistra Piero Marrazzo. Successivamente nel terzo governo Berlusconi (dal 23 aprile 2005) gli è stato affidato il Ministero della Salute.
Famose sono le battaglie di Francesco Storace contro l'aborto e contro la Legge 180 (sui manicomi).
A un mese dalle elezioni, il 10 marzo 2006 Storace si è dimesso, in seguito alla bufera sollevata dai sospetti di spionaggio politico che avrebbero condizionato le elezioni regionali del 2005 ai danni di Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo.
Nel novembre del 2007 si scinde da Alleanza Nazionale fondando "La Destra", movimento politico autonomo che proviene da una corrente già interna ad An identificata in precedenza con il nome "D-Destra".
Aforismi di Francesco Storace
Foto e immagini di Francesco Storace
Commenti
Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Francesco Storace. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Francesco Storace.
Per par condicio
Sig. Francesco Storace e gli altri una sola domanda, Roma sporca per colpa Raggi che doveva chiedere scusa a cittadini ora la Raggi non c'è più ma Roma sempre più sporca quindi ? dov'è l'accanimento personale e mediatico ? forse perché donna ? in funzione del titolo vediamo che accanimento prevede per la città eterna casa di voi politici che pare così piaccia tanto sporca.
IL 18 APRILE 1948 L’ITALIA DIVENNE DAVVERO LIBERA!
Nel mese di aprile di ogni anno viene celebrata e strumentalizzata la data della Liberazione da parte dei postcomunisti, Pd ed associazioni partigiane. Nulla viene invece ricordato riguardo al 18 aprile 1948 che segnò la vera conquista della piena libertà dell’Italia e la fine della mattanza dei cosiddetti “liberatori”che, dall’aprile 1945, nelle Regioni del Nord Italia, compirono massacri e atrocità nei confronti di migliaia di persone innocenti. Chi come lo scrivente ha potuto essere dedotto dai genitori o parenti, che hanno vissuto quell’epoca, ed anche aver letto i libri di Giampaolo Pansa o Gianfranco Stella (cito solo questi due di opposto orientamento politico) può essersi reso conto delle violenze inaudite compiute, a guerra terminata. La conquista della vera libertà l’ha dobbiamo ad uno statista come Alcide De Gasperi che riuscì a vincere le Elezioni politiche contro il Fronte Popolare delle sinistre e, successivamente, ad ottenere il Piano Marshall dagli Stati Uniti. (Come non ricordare la frase ad effetto dello scrittore Giovannino Guareschi: “Nel segreto dell’urna Dio ti vede, Stalin no”). Grazie a questa opportuna e decisa scelta anticomunista, nell’alveo occidentale democratico, l’Italia ebbe le risorse economiche necessarie per la ricostruzione dopo la disastrosa 2° Guerra Mondiale.
Auspico pertanto che questa importante data storica, da molti italiani sconosciuta, venga ricordata adeguatamente nell’imminenza della ricorrenza del 72° anniversario!
Cordiali saluti.
Reggio Emilia, 14 aprile 2020 Cav. Ivaldo Casali
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