Lech Walesa
Biografia • Una storia di diritti e di solidarietà
Lech Walesa nasce il 29 settembre del 1943 a Popowo in Polonia. Il padre è un muratore, e Lech riesce a frequentare solo la scuola dell'obbligo. Comincia infatti a lavorare presto come meccanico. Dopo due anni di servizio militare con il grado di caporale, si impiega come elettricista in una grossa azienda: la Leny Shipyard di Gdask. Nel 1968 si sposa con Danuta dalla quale non si separerà più. I due avranno ben otto figli.
Il suo lavoro di elettricista lo porta a scontrarsi con la triste situazione dei lavoratori polacchi. Nel dicembre del 1970, assiste allo sciopero di Gdask durante il quale la polizia uccide un grande numero di dimostranti. Quando l'onda di proteste contro il regime comunista riprende vigore nel 1976 anche Walesa partecipa attivamente, e a causa del suo atteggiamento antigovernativo viene licenziato.
Il 14 agosto del 1980, in occasione delle proteste per l'aumento del prezzo del cibo organizzate proprio dagli operai della Shipyard viene invitato ad unirsi a loro come capo del comitato incaricato della gestione dei negoziati con il management dell'azienda. Lo sciopero si conclude con una vittoria degli operai che gli chiedono di continuare a lottare con loro per pura solidarietà, visto che ormai non è più un dipendente dell'azienda.
Walesa accetta, e si mette a capo di un comitato che riunisce gli operai di diverse industrie. Il comitato avanza alcune richieste, come il diritto allo sciopero e alla libera unione sindacale. Viene indetto così lo sciopero generale. Per sedare il clima di rivolta, il governo organizza un incontro con il comitato, e il 31 agosto del 1980 viene firmato un accordo che sancisce il diritto dei lavoratori a riunirsi in associazioni libere e indipendenti. Ben dieci milioni di polacchi aderiscono al movimento sindacale che prende il nome di Solidarnosc che in polacco significa "solidarietà". A capo del movimento viene eletto proprio Lech Walesa.
Il sindacato gode del supporto di Papa Giovanni Paolo II che, nel gennaio del 1981, promuove un incontro in Vaticano. Grazie all'importante appoggio papale, Solidarnosc vive un momento di improvvisa libertà che, però, dura poco. Quando, infatti, nell'ottobre del 1981, il governo polacco impone la legge marziale, molti dei capi vengono arrestati, tra questi vi è anche Walesa, incarcerato per circa un anno nei pressi del confine con la Russia.
La detenzione termina il 14 novembre del 1982. Proprio in questi anni riceve il premio Nobel per la pace, in omaggio al grande lavoro fatto per consentire agli operai polacchi la conquista non violenta dei loro diritti. Temendo però che il suo allontanamento dalla Polonia possa provocare una forma di esilio involontario, il ritiro dell'importantissimo riconoscimento è affidato alla moglie Danuta.
Uscito dal carcere, Wales chiede di essere reintegrato come semplice elettricista nell'azienda dove lavorava prima di divenire leader di Solidarnosc. La sua richiesta viene accolta, ma di fatto lavora quasi come se fosse agli arresti domiciliari fino al 1987.
La sua attività politica però non si interrompe, e nel 1988 ottiene un importante risultato: partecipa ai negoziati governativi per la riabilitazione di Solidarnosc e per le elezioni semi libere del parlamento. In questo modo riesce a trasformare la sua organizzazione in una sorta di partito politico che raggiunge la maggioranza parlamentare nel 1989. Grazie al peso politico conquistato, convince i partiti prima alleati con quello comunista a stipulare un nuovo accordo con la sua organizzazione. Il patto rimane segreto, consentendo la vittoria alle elezioni del 1990 di Tadeusz Mazowiecki. La Polonia rimane sì a maggioranza comunista, ma diventa teatro di una fondamentale apertura verso una gestione più democratica e liberale della politica e dell'economia.
Il 9 dicembre 1990 Walesa vince le elezioni e diventa il primo presidente della Polonia ad essere eletto direttamente dal popolo. La sua presidenza sarà caratterizzata da molti cambi di vertice che ne mineranno la solidità politica, e non consentiranno la nuova rielezione allo scadere del mandato nel 1995. Durante il suo governo, però, la Polonia vive un vero e proprio rivolgimento, passando da nazione satellite dell'Unione Sovietica a stato democratico con un sistema produttivo in continua crescita.
Nonostante la sconfitta alle elezioni del 1995, Walesa continua la sua attività politica fondando un nuovo partito nel quale ricopre un ruolo minoritario. La sua passione per la politica lo induce a candidarsi nuovamente per le elezioni presidenziali nel 2000. Il numero di voti che ottiene è talmente esiguo da indurlo a ritirarsi dalla politica.
Comincia così un'attività di professore e conferenziere in giro per il mondo, gratificato dai tanti riconoscimenti tributatigli per il suo lavoro di innovatore e di fondatore della prima organizzazione sindacale nei paesi del blocco sovietico.
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