Domenico Scilipoti
Biografia • Cambi di casacche
Domenico Scilipoti nasce a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, in Sicilia, il 26 agosto del 1957. Politico italiano, è salito agli onori delle cronache durante la IV Legislatura di Silvo Berlusconi per aver dato vita in Parlamento al Movimento di Responsabilità Nazionale, passando dal partito di Antonio Di Pietro dell'Italia dei Valori, oppositore del Governo, ad uno schieramento creato ad hoc per appoggiare il premier, salvando di fatto il suo Esecutivo.
Medico chirurgo, appassionato e specializzato in medicine alternative, esercita anche la professione di ginecologo e agopuntore. Laureato in medicina e chirurgia, specializzato in ginecologia e ostetricia ha, sin dai primi anni '80, quando muove i primi passi in ambito professionale, anche un sano pallino per la politica, altra sua passione che cerca di concretizzare a livello istituzionale.
Dal punto di vista medico riesce a stabilire sin dagli albori dell'esercizio della sua professione di ginecologo e, soprattutto, di agopuntore, un ponte privilegiato con il "Departamento de Anatomía Humana" dell'Università Federale del Paraná, nello stato del Brasile. Svolge infatti, in Sudamerica, per anni, il ruolo di professore convitato, dando un importante contributo dal punto di vista della ricerca scientifica. Il suo forte, sono senza dubbio le medicine non convenzionali, che sostiene sin dagli inizi della sua attività scientifica.
Prende parte, in quel periodo, anche ai lavori presso l'Istituto "A.B.P.S" della città di Salvador de Bahia, sempre in terra brasiliana. Qui, degli otto libri che scrive fino al suo impegno in politica, cinque vengono tradotti in portoghese, segno della stima e della considerazione che gode in Brasile.
Il 1983 segna l'inizio della attività politica di Domenico Scilipoti. Si lega al PSDI, verso cui sarà fedele fino al 1998, e viene eletto consigliere comunale a Terme Vigliatore, in provincia di Messina.
La sua è una lunga permanenza al Comune e già nel 1986 viene nominato vicesindaco. Anni dopo, esattamente dal 1994 al 1998, ricopre nuovamente questa carica.
Alcuni dei suoi guai finanziari e giudiziari cominciano già nel 1987, quando, nelle vesti di presidente di una cooperativa, firma l'incarico per far costruire un centro medico. Il progetto sfuma in breve tempo non avendo ottenuto il finanziamento, ma il progettista ottiene un decreto ingiuntivo, in quanto mai retribuito per il lavoro svolto. Nonostante abbia sempre negato di aver firmato l'incarico, Scilipoti viene smentito dai verbali comunali e dalla perizia calligrafica, la quale conferma la sua responsabilità.
Dal 1998 cominciano i suoi cambi di casacca politica, che spesso, in futuro, i suoi detrattori gli imputeranno come segno della sua infedeltà alla professione delle proprie idee. Nel 2002 viene nominato assessore al Bilancio della giunta Nicolò, sempre a Terme Vigliatore. Dall'anno dopo, fino al 2005, è nuovamente consigliere comunale.
Il 2000 tuttavia, è l'anno in cui entra a far parte del partito parlamentare che fa a capo ad Antonio Di Pietro, l'Italia dei Valori. Con questo schieramento viene nominato segretario provinciale di Messina per quattro anni, dal 2002 al 2006, e vicesegretario regionale dal 2004 al 2006.
In questi stessi anni cerca di farsi eleggere al Senato, nella sua regione, ma senza fortuna. Inoltre, nel 2005, la giunta di Terme Vigilatore, di cui fa parte, viene sciolta per infiltrazioni mafiose. Successivamente, alcune indagini collegano il nome dell'allora deputato dell'Italia dei Valori ad un clan della 'Ndrangheta locale.
Si guadagna sul campo la carica di deputato con le elezioni politiche del 2008, quando viene scelto alla Camera all'interno della Circoscrizione Sicilia 2, sempre per le liste dell'Italia dei Valori.
Il ruolo che ricopre nel partito di Di Pietro, all'opposizione in quella legislatura, è perlopiù circoscritto all'ambito della medicina: le cure alternative, o non convenzionali, come preferisce chiamarle lo stesso Scilipoti, sono una delle sue battaglie parlamentari. Si fa portavoce anche di un progetto di legge per la modifica delle norme sull'usura bancaria, e cerca di tutelare i lavoratori a rischio amianto. Tuttavia, durante il primo biennio dell'ultimo Governo Berlusconi, Domenico Scilipoti non riesce ad imporre l'attenzione su di lui, se non per alcuni articoli in difesa dell'agopuntura, disciplina e pratica nella quale sostiene di essere uno dei migliori sul piano nazionale.
Nel luglio del 2009 Scilipoti viene condannato in secondo grado al pagamento di 200.000 euro. La sua villa gli viene pignorata e stessa cosa accade per sette immobili di sua proprietà. Il tribunale indaga su di lui per calunnia e produzione di documentazione falsa, e nel novembre del 2010 riceve un avviso di garanzia.
Il momento di svolta, politicamente parlando, arriva nel dicembre del 2010, con l'approssimarsi, sempre più preoccupante, della votazione sulla mozione di sfiducia al Governo Berlusconi IV. A pochi giorni dalla seduta parlamentare, Scilipoti lascia intuire un suo possibile appoggio al Governo, lasciando di fatto l'Italia dei Valori e passando al Gruppo Misto.
Esattamente il 9 dicembre del 2010 dà vita, insieme con altri due deputati scontenti dell'ala moderata e di sinistra all'opposizione, ossia Bruno Cesario e Massimo Calearo, al Movimento di Responsabilità Nazionale. Nascono in pratica nel Parlamento italiano, i cosiddetti "responsabili".
Vanamente Antonio Di Pietro chiede l'intervento della magistratura, ipotizzando una forma di corruzione intercorsa tra i membri del partito di Berlusconi e l'ex segretario provinciale messinese dell'IdV.
Il 14 dicembre del 2010, Domenico Scilipoti, Bruno Cesario e Massimo Calearo appoggiano il Governo, salvandolo di fatto dalla fine della legislatura. Nel mese di gennaio del 2011 Scilipoti regolarizza il suo passaggio e fonda il nuovo gruppo a sostegno della maggioranza, che si chiama "Iniziativa Responsabile", di cui è vice-capogruppo vicario.
Nel maggio del 2011, ospite di alcune trasmissioni televisive, parlando di medicine non convenzionali si lascia andare ad una serie di dichiarazioni che, successivamente, tramite comunicato ufficiale, il Comitato Permanente di Consenso e Coordinamento per le Medicine Non Convenzionali in Italia controbatte, assumendo una posizione affatto in controtendenza con il politico siciliano.
Qualche mese dopo, esce il suo libro dal titolo "Scilipoti. Re dei peones", con prefazione nientemeno che di Silvio Berlusconi.
Frasi di Domenico Scilipoti
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Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Domenico Scilipoti. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Domenico Scilipoti.
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