Roberto Cota
Biografia
Roberto Cota nasce il 13 luglio 1968 a Novara, figlio di un avvocato foggiano. Appassionato di pallacanestro e motociclette, dopo essersi diplomato al liceo "Carlo Alberto" della sua città nel 1990 si iscrive alla Lega Nord, diventando segretario cittadino dal 1992. L'anno successivo abbandona la carica e viene eletto consigliere comunale a Novara; sempre nel 1993 è assessore alla Cultura.
Mantiene l'assessorato fino al 1997, anno in cui - in vista di nuove elezioni amministrative - si candida a sindaco. Sconfitto, riesce in ogni caso a mantenere il proprio posto nel consiglio comunale, e viene scelto come capogruppo della Lega Nord. Nel 1999 diventa segretario provinciale, ma conserva la carica un anno solo: nel 2000, infatti, viene eletto al consiglio regionale.
L'anno successivo Roberto Cota prende il posto di Bernardino Bosio alla guida della segreteria regionale della Lega Piemont, e viene anche nominato presidente del consiglio regionale. Durante il governo Berlusconi II, iniziato nel 2001, è sottosegretario alle attività produttive, mentre a partire dal 2006 è Alto Commissario per la lotta alla contraffazione: nello stesso anno viene nominato anche vice capogruppo della Lega Nord alla Camera dei Deputati.
Nel 2007 sposa Rosanna Calzolari, giudice del tribunale dei minori di Milano, conosciuta all'università (era l'assistente che si occupava di seguirlo durante la realizzazione della tesi), che gli darà una figlia, Elisabetta. Un anno dopo, con la caduta del governo Prodi e la rielezione di Silvio Berlusconi, sale di ruolo diventando capogruppo della Lega Nord; è in questo periodo che propone l'idea di formare classi differenziate (le cosiddette classi ponte o classi di inserimento) nelle scuole italiane per favorire l'apprendimento della nostra lingua da parte degli studenti stranieri.
Nel 2010 la Lega Nord si coalizza con il Popolo della Libertà e candida Roberto Cota alla presidenza della Regione Piemonte: il 29 marzo del 2010 il politico novarese vince le elezioni regionali sconfiggendo la candidata del Partito Democratico Mercedes Bresso. Nelle settimane successive, la sua elezione - arrivata grazie a poco più di 9mila voti di vantaggio - viene messa in discussione a causa del possibile annullamento di circa 12mila preferenze concesse a liste collegate a lui: nell'ottobre del 2010, però, il Consiglio di Stato sospende il riconteggio dei voti e conferma la sua elezione.
Nel marzo del 2012 Cota viene riconfermato segretario nazionale della Lega Nord Piemont: in seguito alla sospensione dalla Lega dell'europarlamentare Mario Borghezio, che ha perso la carica di presidente nazionale della Lega Nord Piemont, il ruolo viene assegnato allo stesso Cota. Nel corso della sua esperienza alla guida della Regione, il novarese non riesce a contenere il debito del Piemonte, che nel 2012 tocca i 4 miliardi e 200 milioni di euro, e si schiera in più di un'occasione a sostegno della Tav in Val di Susa, infrastruttura ritenuta fondamentale per la rinascita economica della regione.
Dal punto di vista della sanità, invece, si dichiara uno strenuo oppositore della Ru486, la pillola abortiva, della quale combatte l'impiego. Secondo il sito di informazione torinese "Lo Spiffero", Cota durante il suo mandato mette in atto una "Famigliopoli subalpina", assegnando cariche a diversi familiari di esponenti politici: la figlia del capogruppo della Lega in Regione Mario Carossa, Michela, entra a far parte della sua segreteria, mentre la moglie del suo capo di gabinetto Giuseppe Cortese, Isabella Arnoldi, viene nominata portavoce dell'assessore Massimo Giordano.
Nel maggio del 2012 l'opposizione chiede le dimissioni di Roberto Cota dopo la condanna in appello a Michele Giovine, ritenuto colpevole di avere falsificato le firme indispensabili per la presentazione della lista Pensionati per Cota rivelatasi decisiva per la sua elezione. Nello stesso anno promuove il "Lega unita day", che intende opporsi all'Imu e contrastare l'azione di Equitalia, in vista di un rinnovato federalismo fiscale.
Nel febbraio del 2013 affronta le accuse di corruzione che colpiscono l'assessore della sua giunta Massimo Giordano, che rimette il proprio mandato nelle sue mani: Cota, però, respinge le dimissioni del suo uomo. In occasione delle elezioni politiche del 2013 si candida alla Camera dei Deputati nei collegi Piemonte 1 e Piemonte 2 come capolista della Lega Nord. Una volta eletto, sceglie il collegio Piemonte 1 e si dimette dal Parlamento poche settimane dopo, mantenendo la carica di presidente di Regione. Il 9 aprile viene nominato grande elettore e delegato per la Regione Piemonte in vista dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica dopo il (primo) settennato di Giorgio Napolitano.
Nello stesso periodo un'inchiesta della procura di Torino relativa ai rimborsi concessi ai gruppi consiliari regionali lo vede indagato per truffa, finanziamento illecito ai partiti e peculato per fatti svoltisi nell'arco di tempo tra il maggio del 2010 e il settembre del 2012. Pochi mesi più tardi, viene coinvolto in un'altra indagine riguardante i rimborsi assegnatigli per le spese in qualità di presidente della Regione: gli vengono contestati circa 25mila euro. È curioso che, tra le spese istituzionali contestate, ci sia anche l'acquisto di un paio di boxer verdi comprati per 40 euro nell'agosto del 2011 a Boston (dove Cota si trovava per una visita al Mit e un corso di formazione): ma della lista fanno parte anche un dentifricio, un deodorante e uno spazzolino comprati all'aeroporto di Fiumicino e vari pacchetti di sigarette. Il politico leghista si difende sostenendo che l'acquisto della mutande sia stato inserito in nota spesa per un errore della sua segretaria, e replica alle accuse parlando di fango mediatico.
Il 10 gennaio del 2014 il Tar del Piemonte annulla le elezioni regionali che lo avevano visto vincere quattro anni prima: la Lega Nord, comunque, annuncia l'intenzione di ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale.
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