Roberto Garofoli
Biografia
Roberto Garofoli magistrato
Roberto Garofoli nasce a Taranto il 20 aprile 1966. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza presso l'Università di Bari, vince un concorso in magistratura nel 1994. Poco dopo viene assegnato ai tribunali di Taranto e Trani come giudice penale e civile. Tra i procedimenti che tratta in questo periodo ci sono anche temi di mafia.
Nel 1999 entra al Tribunale amministrativo regionale (TAR) della Puglia. Poi passa al Consiglio di Stato, in cui in seguito prende servizio nelle sezioni giurisdizionali e consultive.
Gli anni 2000
Nel Governo Prodi II - dal 2006 al 2008 - Roberto Garofoli è capo dell'Ufficio legislativo del Ministero degli affari esteri, con il ministro Massimo D'Alema.
Successivamente Garofoli è componente della Commissione istituita dal governo Berlusconi IV presso il Consiglio di Stato per l'elaborazione del Codice del processo amministrativo.
È autore di numerose opere monografiche, curatore di trattati e altre opere. È stato inoltre docente dell'Università LUISS Guido Carli. È direttore della rivista mensile "Neldiritto", specializzata in opere giuridiche per avvocati e magistrati. Nel 2009, insieme a Giuliano Amato, pubblica "I Tre assi", un volume sull'amministrazione pubblica italiana. Con Giulia Bongiorno, è autore del volume "Casi di penale. Atti e pareri".
È stato co-direttore della Treccani Giuridica.
Roberto Garofoli negli anni 2010
Nel 2011 coordina il progetto nazionale “Unità ed eguaglianza”, incluso nel programma ufficiale delle celebrazioni per il 150º Anniversario dell’Unità d’Italia. Dal dicembre dello stesso anno è Capo di Gabinetto del ministero della funzione pubblica, con il ministro Filippo Patroni Griffi, nel Governo Monti.
L'impegno contro la corruzione
In questo periodo è inoltre Coordinatore della Commissione ministeriale per l'elaborazione di misure per la trasparenza, la prevenzione e il contrasto della corruzione. La Commissione - di cui hanno fatto parte tra gli altri il magistrato Raffaele Cantone e i docenti universitari Bernardo Giorgio Mattarella (figlio di Sergio), Francesco Merloni, Giorgio Spangher - ha prodotto il rapporto "La corruzione in Italia - Per una politica di prevenzione": tale rapporto contiene un'analisi del fenomeno corruttivo, profili internazionali e proposte di riforma della legislazione sul tema.
Tra i dati riportati nel Rapporto vi sono:
- il ranking dell'Italia nella classifica mondiale della corruzione percepita (69°);
- l'aumento del 40% del costo delle grandi opere;
- il calo delle denunce e delle condanne per corruzione;
- l'analisi del tasso potenziale di crescita dell'economia italiana in assenza di fenomeni corruttivi (oltre il triplo a breve termine e il doppio a lungo termine nel periodo 1970-2000).
Molti degli interventi preventivi proposti sono confluiti nella legge anti-corruzione (Legge 6 novembre 2012, n. 190, cosiddetta Legge Severino) e nel Decreto Legislativo sulla trasparenza amministrativa del 14 marzo 2013, n. 33.
Roberto Garofoli e la collaborazione con il governo Letta
Chiamato come Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri nel Governo Letta, e Presidente della Commissione per l'elaborazione di misure di contrasto, anche patrimoniale, alla criminalità (la definizione di "economia criminale" contenuta nel Rapporto è stata citata dal Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, audito dalla Commissione Parlamentare Antimafia nel gennaio 2015).
La Commissione, di cui hanno fatto parte, tra gli altri, i magistrati Nicola Gratteri e Raffaele Cantone, ha lavorato a titolo gratuito redigendo il rapporto "Per una moderna politica antimafia - Analisi del fenomeno e proposte di intervento e riforma" presentato dallo stesso Roberto Garofoli assieme a Enrico Letta e Angelino Alfano a Palazzo Chigi.
La commissione ha incentrato i suoi lavori soprattutto sulla criminalità organizzata di tipo mafioso ritenendola un fenomeno non solo delinquenziale ma anche economico, stimando i ricavi delle diverse organizzazioni operanti in Italia in un giro d'affari che va dai 18 ai 30 miliardi di euro annui, totalmente esentasse. Tra i dati riportati, le stime sul traffico di stupefacenti, che raggiunge i 25 miliardi l'anno.
Con i governi Renzi, Gentiloni e Conte I
In seguito Garofoli è stato collocato "fuori ruolo" dalla magistratura per assumere la carica di Capo di Gabinetto del ministro dell'economia e finanze del Governo Renzi nel febbraio 2014. Al Ministero ha rinunciato al compenso aggiuntivo previsto dall'incarico rispetto alla sua retribuzione da magistrato.
Su incarico del Ministro Padoan coordina, tra gli altri, il tavolo di lavoro congiunto con l'ANAC che stila la direttiva anticorruzione nelle società partecipate del Ministero (alle regole per le società quotate lavora un tavolo tecnico con la Consob) e quello sulle fondazioni bancarie che stila il protocollo d'intesa tra il Ministero dell'Economia e l'associazione rappresentativa delle fondazioni bancarie, l'ACRI.
Roberto Garofoli resta capo di gabinetto del ministro dell'Economia anche nei governi successivi: Gentiloni (2016-2018) e Conte I.
Le accuse del M5S
Nell'ottobre del 2018 la stampa nazionale riporta le accuse rivolte a lui e al ragioniere generale Daniele Franco da esponenti del Movimento 5 Stelle di aver inserito un finanziamento a favore della Croce Rossa Italiana nel decreto fiscale 2019, poi stralciato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Come poi spiegato dal Ministro dell'Economia Giovanni Tria, la norma era stata sollecitata dal Ministero della salute per sbloccare l’assegnazione di risorse già previste dalla legge anche a favore dei lavoratori della CRI per il pagamento della loro liquidazione.
Garofoli si dimette alla fine del 2018, dopo la chiusura della legge di bilancio. Ritorna al Consiglio di Stato, come Presidente di sezione.
Gli anni 2020
Il 13 febbraio 2021 viene nominato Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri e Segretario del Consiglio dei ministri del governo presieduto da Mario Draghi.
Foto e immagini di Roberto Garofoli
Commenti
Nota bene
Biografieonline non ha contatti diretti con Roberto Garofoli. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Roberto Garofoli.
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