Confucio

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Biografia

Confucio nasce in Cina nel 551 avanti Cristo, nel corso del Periodo delle primavere e degli autunni, nello Stato di Lu, nella città di Zou, in quella porzione di territorio che ora fa parte della provincia di Shandong.

La biografia tradizionale del filosofo cinese è riportata nelle "Memorie di uno storico" di Sima Qian, secondo le quali Confucio proviene da una famiglia di nobili origini, ma in condizioni economiche non floride, che discende dalla dinastia Shang.

L'infanzia

Quando è ancora bambino Confucio perde il padre, e viene quindi allevato unicamente dalla madre: ella, comunque, riesce a garantirgli un'istruzione ottimale a dispetto della situazione di povertà della casa. Confucio cresce, si forma e vive in un periodo di corruzione, di instabilità politica (quasi di anarchia) e di guerre combattute tra gli stati feudali.

Le notizie sulla sua vita, tuttavia, sono poche e incerte.

La scalata sociale

Certo è che egli riesce a rendersi protagonista di una scalata sociale che gli permette di entrare tra gli Shì, classe sociale emergente a metà tra la popolazione comune e l'antica nobiltà che comprende uomini di modeste origini ma di grande talento, con la capacità di arrivare a una posizione alta in virtù delle proprie qualità intellettuali.

Parco e umile, segue uno stile di vita piuttosto moderato, scegliendo di vivere in campagna, lontano dalla città, per perseguire un'esistenza appartata, contraddistinta da digiuni e dalla trasmissione del sapere: per i suoi insegnamenti non vuole farsi pagare, ma predilige offerte in natura.

La filosofia di Confucio

La visione della vita del filosofo Confucio si basa su un'etica collettiva e individuale che affonda le proprie radici nella giustizia e nella rettitudine, ma anche nell'importanza delle relazioni sociali e delle tradizioni rituali.

La lealtà e il rispetto del prossimo vengono considerati come doti indispensabili, così come la riflessione e l'apprendimento di conoscenze finalizzate al miglioramento di sé stessi e delle altre persone. Egli stesso si qualifica come un messaggero che ha il ruolo di comunicare la sapienza degli antichi.

Confucio, quindi, chiede ai propri discepoli di approfondire la conoscenza dei tempi antichi e dei testi del passato, dai quali devono essere tratti gli insegnamenti per il presente.

L'esilio

La scuola di Confucio, spesso considerata come un esempio di educazione tra i suoi contemporanei, non viene però vista di buon occhio dalla classe dirigente, che non a caso emargina il filosofo costringendolo addirittura alla fuga.

Dopo i cinquant'anni, egli viene nominato ministro della giustizia del duca di Lu, ma è poi costretto alle dimissioni. È quindi costretto a vivere fuori dalla Cina in esilio per un certo periodo; viaggia tra gli stati di Wei Song e prova a trovare lavoro come consigliere presso vari governatori.

Il ritorno all'insegnamento

Al suo ritorno nello stato di Lu, tuttavia, si circonda nuovamente di allievi e riprende gli insegnamenti, che tornano ad attirare l'attenzione di molti, incluse le autorità di numerosi stati feudali cinesi, ma questa volta in senso positivo: al punto che il filosofo, negli ultimi anni della sua esistenza, diventa un uomo di corte molto rispettato e un ambasciatore ben voluto.

Deve affrontare, in questo periodo, il tradimento di Rau Qin, uno dei suoi allievi prediletti, e la morte di Yan Hui, un altro dei suoi studenti preferiti, e del figlio Li. Si occupa, inoltre, di compiti amministrativi per il governatore della provincia in cui risiede, gestendo bestiame e pascoli e piccoli negozi.

All'età di sessantacinque anni, Confucio si sposa in seconde nozze con una ragazza di quindici: tale matrimonio, tuttavia, è ritenuto un'unione non lecita per le consuetudini del tempo.

Confucio muore nel 479 avanti Cristo all'età di 72 anni: circa ottant'anni dopo la sua scomparsa, i suoi discepoli raccoglieranno e organizzeranno gli insegnamenti del Confucianesimo e del loro maestro nei "Dialoghi", risalenti al 401 avanti Cristo.

Frasi di Confucio

3 fotografie

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