Ippocrate di Coo
Biografia • Antichi giuramenti
Ippocrate di Coo, o di Kos com'è citato in alcune fonti, nasce sull'isola di Coo, detta anche Isola di Kos, in Grecia, attorno ad una data che spazia tra il 460 e il 450 a.C. La lingua di Coo è il dorico ma l'isola fa parte della confederazione ateniese, all'epoca, e può dirsi greca a tutti gli effetti. Medico stimato, geografo, viaggiatore, viene considerato il padre della medicina. Al suo nome si lega il "giuramento" che ancora oggi in ambito accademico sono tenuti a fare coloro i quali diventano medici a tutti gli effetti.
Data l'antichità del personaggio in questione non si posseggono molte notizie certe circa la sua biografia, soprattutto inerente gli anni della gioventù. È accertato che Ippocrate sia nato in una famiglia dedita alla scienza e alla ricerca, secondo la tradizione degli antichi greci. Figlio di Eraclide e di Fenarete, infatti, il futuro iniziatore della medicina discende da una famiglia aristocratica. Tra i suoi avi, secondo alcune fonti, non sono pochi coloro i quali hanno fatto parte della corporazione degli Asclepiadi, ossia quegli studiosi devoti al dio Asclepio, nume della medicina nell'antica Grecia (dai latini poi traslato, dal punto di vista terminologico e religioso, nel ben noto Esculapio).
Il padre di Ippocrate, pertanto, è un medico il quale sostiene di essere egli stesso un discendente diretto della divinità. Il futuro scienziato viene introdotto da Eraclide nell'arte medica, seguendo e osservando il padre durante i suoi viaggi scientifici, i quali lo portano oltre che a Kos, anche ad Atene e soprattutto nelle regioni della Grecia settentrionale, in Tracia e a Taso, luoghi questi ultimi dove esercita maggiormente.
Anche Ippocrate, come detto, è un viaggiatore. Durante la sua vita segue il padre ad Atene, ma vi si reca anche per proprio conto, ad esercitare la sua scienza e a compiere numerosi studi. Soggiorna per un certo periodo ad Abdera, dove incontra e scambia impressioni con il filosofo atomista Democrito.
Ad ogni modo, il corpus di scritti che riguardano Ippocrate di Coo, dando un saggio del suo modo di agire scientifico, rientra sotto il nome di "Corpus Hippocraticum" e comprenderebbe circa una settantina di opere. Tuttavia, per avere nozione certa della sua fama di scienziato, e di essere appunto il padre della metodologia medica, bisogna ricorrere ad un'opera di Platone, il "Fedro". In essa, il grande filosofo greco accenna proprio al cosiddetto "sistema ippocratico", il quale sarebbe finalizzato "alla conoscenza del corpo in connessione con la natura del tutto". È nell'equilibro degli opposti il segreto della salute, i quali sono identificati nei quattro umori circolanti nel fisico umano: sangue, flegma, bile gialla e bile nera.
Di Ippocrate come medico per antonomasia, parlano anche molti altri filosofi e scienziati dell'Antica Grecia, succeduti a lui, come Galeno di Pergamo.
Al suo nome e alla sua abilità, ritornando agli eventi che l'hanno riguardato, si lega il debellamento della grande peste che colpisce Atene verso il 429 a. C. Intorno a questo periodo poi, Ippocrate avrebbe fondato, come maestro indiscusso, una vera e propria scuola medica. È indubbio, anche, che lo scienziato abbia intrapreso viaggi fuori dalla Grecia, passando per l'Egitto e per la Libia. Quest'area del Mediterraneo infatti in quegli anni è ritenuta molto avanzata dal punto di vista della cultura scientifica e tecnologica, oltre che nell'aritmetica e nella geometria.
Ippocrate arriva anche in Macedonia esercitando lì la sua scienza al servizio del re Perdicca II, suo amico. Ma passa anche per le regioni della Calcidica, in Tracia e nell'isola di Taso, nel Propontide. Secondo una delle tante leggende fiorite attorno al suo nome, si sarebbe rifiutato di recarsi in Persia, nonostante le offerte dei regnanti, per porre fine ad un'epidemia di peste che avrebbe colpito quel popolo all'epoca nemico degli ateniesi.
Ad Ippocrate di Coo inoltre si lega un episodio controverso riguardante il cosiddetto incendio del Tempio di Asclepio. Secondo alcuni lo scienziato sarebbe uscito tra le fiamme con le tavolette delle divinità, a seguito di un trafugamento. Secondo altri le avrebbe soltanto salvate dall'incendio.
Alla base della sua rinomanza c'è il concetto, oggi ritenuto elementare, che la malattia e la salute di un essere umano dipendono da circostanze umane e non da voleri divini. Ippocrate inoltre applica i propri studi sui cadaveri, il primo a farlo in chiave scientifica, interessandosi di anatomia e patologia. È l'inventore della ben nota cartella clinica, dei concetti di diagnosi e prognosi, legati all'osservazione dei sintomi che interessano il paziente. Questi poi, per grande intuizione del medico greco, sono intesi soprattutto in relazione al loro stile di vita, determinante per la loro specifica salute. Lo scienziato di Kos fa riferimento a elementi come la dieta, l'atmosfera, la psicologia del paziente, e persino l'ambito in cui si trova a vivere, considerando dunque anche alcuni aspetti sociali.
Nel famoso giuramento poi è teorizzato anche il dovere etico del medico, secondo principi scientifici e morali ben precisi, come la diffusione responsabile del sapere, l'impegno in favore della vita, l'avere la cognizione dei propri limiti, la rettitudine e il ben noto segreto professionale.
Secondo le fonti tramandate, Ippocrate di Coo muore intorno al 377 a. C., in Tessaglia, fra Larissa e Gyton. In base a quanto tramandato in merito al suo epitaffio, ci sarebbe questa iscrizione precisa: "Il tessalo Ippocrate, originario di Cos, nato dalla razza immortale di Febo, riposa qui. Ha innalzato molti trofei, vincendo le malattie con le armi di Igea; ha acquisito grande gloria, non per fato ma per scienza".
Dopo la sua dipartita, lo scienziato sarebbe stato oggetto di un culto eroico pubblico, con sacrifici in suo onore tenuti ogni anno, nel giorno della sua morte.
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